Il grottesco qui perde di significato piovendo su una realtà che è ben peggio, in un clima che brucia la gente, le parole e i pensieri.
Gli Africa Unite tornano mostrando la strada a tutti, come hanno sempre fatto, con un album che è un pugno nello stomaco.
Altra grande storia di basket per l’Italica Edizioni che, dopo quello di Zani su Binelli e le storie nascoste di Sani, porta in libreria un altro libro di pallacanestro narrata molto bene e con passione.
Qui c’è un’estetica progressiva, un collegamento cosmico al tutto, e bisogna tuffarsi in questo disco di testa, senza aver pregiudizi o paura, accompagnati da un satori.
Qui dentro c’è un suono, un ritmo che non si ferma dalla prima all’undicesima traccia, filo conduttore di un disco senza compromessi.
Quarto disco per questo gruppo di Pordenone che capeggia la nuova onda del reggaeitaliano, moderno ed internazionale sia per il suono che per la concezione del genere.
Tutto qui è occulto, tutto rispecchia un’alterità nascosta, un’attesa febbrile della liberazione dell’uomo dai vincoli, possa essere anche la vita stessa, che non è affatto il bene più prezioso per l’uomo.
Un portale per varcare i confini del nostro mondo ed arrivare in una dimensione psichedelica.
I Nudist, come i Sator o i Nibiru, sono uno dei gruppi che fanno capire con la loro musica come lo sludge in Italia sia davvero una cosa importante.
I Threestepstotheocean sono un gruppo imbarazzante per bravura e per attitudine, ma di contro sono uno tra i segreti meglio custoditi d’Italia.
“A New Dawn” è un titolo molto azzeccato, perché una nuova alba metallica è proprio quella che ci propongono gli ArseA.
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