In Your Eyes Ezine ha visto la luce nel lontano 1999, dopo un percorso che ha compreso diverse esperienze con fanzine cartacee. La nostra missione è sempre stata quella di offrire un supporto concreto a band, scrittori e a tutti coloro che desiderano esprimersi in qualsiasi forma.
Ci differenziamo dalle dinamiche editoriali convenzionali: i nostri collaboratori non solo si occupano della redazione dei contenuti, ma si dedicano anche alla progettazione grafica e alla diffusione online, seguendo un autentico spirito DIY (Do-It-Yourself).
Siamo profondamente legati ai principi dell’autoproduzione e della totale indipendenza. Il nostro unico obiettivo è diffondere la nostra passione e soddisfare il nostro bisogno di comunicazione.
Desideriamo sottolineare che In Your Eyes Ezine non recensisce tutto ciò che riceve: la scelta di pubblicare i contenuti online è a nostra discrezione. Non ci vincoliamo a regole o dogmi prestabiliti, poiché ciò che vogliamo esprimere è il nostro punto di vista autentico.
Desideriamo ringraziare Tatoosa Creative per la realizzazione del nostro sito web e per la preziosa collaborazione nella creazione della grafica.
Approfittando del caos calmo che ci attraversa i sensi, come il vento caldo ed atomico che da qui a poco investirà di brutto, volenti o nolenti, gli animi, e riprendo volentieri quest’immagine dal testo dei Righeira, il duo electro synth pop italiano in voga nei primi eighties, “Vieni sulla spiaggia. Tutti col sombrero/ c’è il vento radioattivo che spettina un po’ “, m’è sorta l’idea di porre una serie di domande, direi puttosto un aperto dialogo conoscitivo ed illustrativo col referente, nonché boss del magazine on line su cui scrivo da circa tre anni, Simone Benerecetti, della varazzina (SV) In Your Eyes ezine.
Di lui si sa poco, non è un personaggio molto in vista, se si escludono quelli che circolano nel circuito underground della pubblicistica on line in riguardo principalmente alla musica. Simone assurge (lo è di fatto) ad incarnare il perno redazionale adibito a far ruotare, seguendo la filosofia DIY, l’ingranaggio funzionale alla fruizione e diffusione di molti contenuti musicali appartenenti o meno alla scena corrente…
E sì, ciao Simone, partiamo proprio dalla musica. Dall’alto della tua lunga esperienza, credo primariamente di ascoltatore (poi non so se hai anche suonato musica nel concreto), quand’è che essa si è tramutata in passione tanto da muoverti a scriverne e a parlarne?
– La passione nasce, penso, da quando ho sfogliato uno dei primi numeri di Velvet, mensile dal quale poi discenderà anche Rumore. Esisteva allora un altro sentire, un altro modo di esprimersi alternativo a quello delle top ten, alla musica da classifica. Inizialmente ho provato a non rimanere un semplice ascoltatore, ma dopo aver visto che non ero portatissimo (diciamo) a suonare uno strumento, assieme ad alcuni amici ho provato a descrivere il tempo che vivevamo mettendo su una fanzine cartacea, Uniduila. La passione sta tutta lì: la voglia di descrivere, di descriversi attraverso la musica, ma non solo questo.
Il nome della tua prima fanzine è curioso, vuol dire qualcosa in particolare?
– C’era un allenatore a Varazze abbastanza famoso, che durante gli allenamenti continuava a dire “Passila. Tirila. Uniduila (indicando il rapido scambio ‘uno-due’ fra i giocatori), questo tormentone ha segnato in modo divertente le nostre menti; comunque essenzialmente ci piaceva molto la musicalità di quell’espressione.
Quali sono i tuoi gusti musicali, avendo vissuto pure in periodi nei quali la musica era ancora un valente fenomeno generazionale d’aggregazione; raccontaci succintamente, lanciati in una breve panoramica di ricordi, se possibile…
– Se parto con i ricordi, ne usciamo con una treccani online. Diciamo che i miei vent’anni sono stati caratterizzati musicalmente da molti estremi: Negazione, Descendents, De la Soul, Public Enemy, Soundgarden.
Resta il fatto che mi piaceva la musica in generale, come ancora adesso. In tutta sincerità, alcuni dischi troppo pensanti dell’epoca (HC punk italiano: Indigesti, Raw Power e anche roba U.S.A. sul tipo Uniform Choice) sono già diversi anni che non li ascolto più, non saprei dirti se ciò sia imputabile ai cambiamenti dell’età o alle trasformazioni dovute ai tanti ascolti.
Come inquadri la tua attività, il tuo ruolo nella gestione e nella vita di questa creatura affascinante?
– Sono molto fiero di quello che iyezine ha raggiunto ed altrettanto di quello che iyezine sta diventando. Il mio ruolo, come tu ben sai, è di capo assoluto!
A parte gli scherzi, ci vuole tanta passione; è da equilibristi ritagliarsi tempi e momenti liberi per poterla seguire, e ti posso assicurare Bob che è una vera impresa dibattersi tra vita privata, lavoro e contrattempi vari.
So che tieni molto alla grafica e che te ne occupi personalmente. Passare dal cartaceo al digitale come ti è parso: pregi, difetti, impressioni.
- Della grafica se n’è sempre occupato Mauro Ferrando, adesso più preso da lavoro e famiglia; così, per supplire a ciò, cerco di far da solo. Sono sempre stato dell’idea che la bella presentazione di buoni contenuti sia importante, pur tenendo conto della famosa User Experience.
Spostiamoci un po’ sulla struttura della rivista on line e quale spazio ricopre sui social?
– A livello personale ne sarei uscito da anni dall’universo social, non me ne frega una mazza di sapere se la sciura Carmela ha fatto jogging, tanto per farti capire. Ti dico che all’inizio fb portava al nostro sito molto traffico; attualmente, secondo gli ultimi udpdate, il suo apporto raggiunge circa il 20% di quello totale, il resto proviene da google (grazie all’ottima indicizzazione, e qui la mia modestia si annulla) o da utenti diretti. Al momento utilizziamo i tre maggiori social: fb, instagram e twitter.
Oltre alla musica e alle interviste di genere musicale, quali argomenti tratta iyezine?
– Iyezine si interessa di tutto quello che ci permette di esprimerci. Musica? Libri? Racconti? Mailart? Qualsiasi soggettività esposta deve sottolineare passione e cuore, non di certo perorare il portafoglio.
So che c’è anche un iyezine esclusivamente metal, questa fa sempre capo a te, oppure hai altri stretti collaboratori nella cerchia vicina?
– Metaleyes è nata qualche anno fa per volontà di alcuni collaboratori di avere uno spazio dedicato prettamente al metal e a tutte le sue derivazioni. Purtroppo qualche mese fa hanno deciso di sospendere, perchè cosi va la vita. Intanto, però, iyezine ha da pochi giorni ripreso a pubblicare recensioni metal.
Altri spunti sono presenti nel vasto mondo di iyezine: facciamo il punto sulla creativa iniziativa generata dalla ragguardevole Netlabel, dal pittoresco merchandising e da quant’altro di bello si ‘spaccia’ sulla zine…
– La Netlabel è un progetto che porto avanti con Massimo Argo e Fabio Battistetti. Rappresenta una ramificazione laterale della fanzine. Ci piace l’idea della condivisione, dell’arte condivisa; questo è lo scopo prediletto in generale dalle netlabel, mettere on line, quindi a disposizione degli utenti, tutte le produzioni in download gratuito. Siamo on line da 5 anni e abbiamo superato i 2000 download…
Invece, il merchandising nasce dalla nostra voglia di portare in giro iye. Le prime volte lo realizzavamo esclusivamente per noi collaboratori, dopodiché abbiamo iniziato a vendere qualche prodotto ed approssimativamente in circolo penso ci siano almeno 250 pezzi griffati ‘IYE’ , tutto ciò identificandosi anche nel personale, della zine, esiguo sistema di sostentamento.
Che tipo di oggettisca comprende il merchandising e naturalmente chi elabora i disegni…
– Abbiamo stampato magliette e qualche felpa, ma in vista di ristrettezze economiche, il budget non copre le spese necessarie, constatando pure la modesta richiesta, la cosa per forza di cose rimane un fenomeno contenuto, anche se spesso mi è venuto in mente di diversificare la vetrina dei gadgets. I disegni sono stati eseguiti da artisti che ci hanno aiutato a costo zero: Mauro Ferrando e Mad Kime.
Mettiamo il caso che abbia registrato in home made un album solo e coltivassi aspirazioni di diffusione del materiale sonoro composto; quindi, avendo avuto notizia della Netlabel, IN YOUR EARS, mi rivolgessi a voi. Nel particolare che tipo di sostegno mi offrireste, quali strategie mettereste in pratica. In quale maniera si svolgerebbe il rapporto col musicista.
– Qualsiasi materiale ci giunga, esso verrà ascoltato sempre e comunque. Se io o un collaboratore lo ritenessimo interessante, per noi degno di nota, a quel punto scatterebbe la recensione; in sostanza è questo l’iter.
Nessuna tariffa da pretendere per le recensioni, benché tanti siti la richiedano a fronte del servizio offerto.
Caro Bob, e cari lettori, sappiate che noi ci cimentiamo in questa attività semplicemente perché ci diverte, evadendo dal lato lucroso privilegiamo assolutamente l’aspetto ludico e creativo, nutrendo l’aspirazione di sponsorizzare buona ed inedita musica proveniente dal buio sottobosco, esattamente come fossimo dei talent scout.
Va da sé che se aveste intenzione di approcciare ad una linea decisamente professionale, beh, per quello esistono agenzie apposite; ed un progetto occupazionale, nettamente preparato e competente in tal senso, è attivo da pochissimo tempo dal nostro team: pr.iyezine.com
Ma riprendendo il filo della Netlabel, il passo successivo di questa mediazione si conclude con la recensione on line e la comunicazione all’artista di poterla condividere sul proprio sito.
Ottima cosa, lodevole, divertente. E in bocca al lupo per la neoimpresa di promozione, d’altronde è plausibile che da una passione nasca un mestiere, di solito funziona così! Bene, boss, continuiamo ad esplorare la zine!
Ah! Scusa, Simone, ho visto però nella pagina relativa allo SHOP che ci sono anche copertine di dischi prezzati a basso costo, oltre alle foto delle curiose T-Shirt col ‘gorilla romantico’ in effige e delle divertenti shopping bag.
– La sezione SHOP è in fase di ottimizazione, i prodotti tessili sono certamente acquistabili, come pure i CD; circa i dischi devo però aprire una parentesi. Roberto Sacco, della capiente fanzine cartacea TUTTI PAZZI, ed amico di lunga data con cui in passato abbiamo organizzato qui nel savonese diversi concerti rock, si appoggia a noi per la vendita di materiale sonoro underground (per conto proprio e delle band) sotto l’ala della sua piccola casa di distribuzione.
Direi, un’altra buona occasione per visitare questa sezione!
Le novità che scopro sono notevolmente accattivanti, credo che IYE cominci ad essere tentacolare al pari di una creatura mostruosa abitante gli abissi marini. E questo passaggio ci serve per immetterci nella sezione VALIS…
– Valis nasce da un’idea mia e di Stefano Spataro (che tra l’altro ha pubblicato di recente il suo primo libro di fantascienza, ‘Attis’, su Prospero Editore) e raccoglie la cooperazione con altre realtà artistiche – ad esempio il collettivo del magazine Ronin per la fumettistica – incentrando quale argomento cardine la fantascienza. Per adesso il segmento è in standby, a causa di alcuni problemi, ma il materiale presente è corposo e numeroso; ci trovi interviste, recensioni a libri e film, racconti a puntate. E’ una ‘stazione spaziale’ varia ed eterogenea, senza dubbio.
Naturalmente speriamo di ripartire presto con nuovi input stimolanti e capacissimi di vivacizzare l’attenzione e la partecipazione.
Invece dell’attività radiofonica che alberga sul sito alla voce ‘PODACAST’, cosa puoi dirci in merito. Ho ascoltato delle fighe compilation de Il Santo…
– Un paio di anni fa si è cercato di mettere in pratica un’emittente web radio; all’entusiasmo e alla foga iniziali sono succeduti gli stop dovuti ai limiti imposti dalle realtà di realizzazione, connessi soprattutto con la macchina burocratica (licenze, diritti, tasse) e il poco tempo disponibile per dedicarvisi; così abbiamo dovuto ripiegare e accorciare il tiro sfruttando le potenzialità della rete, mettendo a punto dei podcast radiofonici che inglobano il lavoro di competenti speaker come Alberto Calandriello (Championship Vinyl) e Luca Calcagno (aka Il Santo). Trasmissioni registrate ed ottime compilation sonore da gustare comodamente avviando il player virtuale della puntata visibile in vetrina. Tuttavia la diretta la riserviamo per rari eventi, di certo utilizzando fb; saggiamente preferiamo non fare cose abbozzate ma meglio elaborate.
I sogni restano comunque diversi, mi sarebbe ad esempio piaciuto avere uno spazio fisico di condivisione e di ascolto della musica. Un luogo culturale, o controculturale, dove mettere in condivisione libri e molto altro, logiche che tengono troppo conto dell’aspetto monetario di cui non disponiamo.
Mi piace molto menzionare la presenza di IYE fisicamente, con tanto di stand ornato di magliette e merch esposto ai passanti, sparando buona musica tutt’attorno tramite DJ’s ed elargendo aspetti coloriti e di contatto reale, partecipativo e di scambio con l’ezine: quando, dove e perché uscite allo scoperto in piazza?
– Il nostro stand, a cui teniamo molto, viene utilizzato per alcune date fisse durante l’anno: vedi 25 aprile a Savona e l’8 dicembre al Rude Club. Se fossimo stati più giovani d’età saremmo girovaghi tutto l’anno, e sai che spasso, Bob! Ti dico che solitamente portiamo le t-shirt e le shopping bag in promozione, mentre sta diventando consuetudine regalare fotocopie di un nostro best in pieno stile diy!
Scendendo poco più giù con la rotellina del mouse dalla parte superiore del sito, che visualizza i contenuti ultimi pubblicati, incontriamo un grande banner (si può dire così?) che espone il ‘MAIL ART PROJECT 2020′, sottolineando tutta la freschezza della recente ideazione. Si tratta di un concorso, di un lavoro artistico comune? So che il grande critico musicale Vittore Baroni è appassionato artista della mail art. Da dove spunta fuori questa novita?
– A dire il vero iye aveva già sviluppato un progetto di mail art (https://www.iyezine.com/poster-parade-2007-mail-art-project-2) nel 2007. Come avrai capito a iye piace molto l’arte dal basso, la cosiddetta street art. Mail art si definisce un movimento artistico populista che usa il servizio postale come mezzo di distribuzione, tramite l’invio di opere generalmente di piccolo formato, creando così un feed-back tra mittente e destinatario.
Ovviamente, su tali premesse, crediamo molto in questi eventi, con la possibilità in futuro di poterli anche esporre in qualche piccola mostra.
Sono contento che per contrastare e diversificare questi limitanti tempi imposti dalla obbligata quarantena (noiosi da passare in casa) e che corrono imprevedibilmente su uno sfondo drammatico, il che è dir poco, si sia pensato di inserire sulla home page una nuova occasionale striscia… FROM MY WINDOWS è redatto come un diario preposto a raccontare la quarantena di chi ne volesse dar notizia in modo personale, spontaneo, divertente, artistico ed alternativo. Ed è aperto ad ogni collaborazione e partecipazione. Occorre farci un salto su per rendersi conto degli originali contenuti esposti sulla bella striscia, in ogni caso il materiale che vorrete sottoporci, ed eventuali domande, ricordate di inviarcele col tramite mail: info@iyezine.com. Quindi fatevi sotto, vi riceveremo amichevolmente!
Davvero grandioso! Quindi, avendo a cuore pure la divulgazione libera di opinioni nella sezione ‘ARTICOLI’, entro cui transitano differenti temi di attualità e non solo, vedo che dai risalto alla poesia, ai racconti e agli haiku di Claudio Spinosa – la sua è presenza fissa sulle vostre pagine.
L’ultimo sguardo vorrei posarlo lungo la sezione più eccitante, parlo per me, della rivista, detta IyeLab.
Cose pazzesche vi ho letto là dentro e lo testimonio addirittura con la presenza di qualche mio scritto ‘sopra le righe’. Possiamo dire che è un’estensione a innumerevoli moduli espressivi, è così, Simone?
– Sì, potremmo chiamarla in questo modo, una lavagna dove ognuno può scrivere ciò che vuole e con la tecnica preferita; il mezzo non fa differenza, è la voglia di esprimere, di esprimersi a cui si da risalto.
Gli Haiku li trovo sempre molto interessanti, sintetici, poetici. Essenziali.
Ringraziamo Simone Benerecetti per la sua lungimiranza e tenacia, rendendo possibile questa intervista che ha visto la luce rubando molti attimi di tempo improvvisati, ma che ci fa consci del poter contare su una fanzine che come visto travalica la semplice funzione di rivista di settore on line, fondata per dare voce a chi non la ha e riservando uno spazio ottimale teso a dare impulso partecipativo delle tante cose che ci ruotano intorno.
Chi passa di qui ci lascia il cuore, poiché questa è una creatura a cui si vuol bene.
Tale positività alimenta il motore che ne genera la continua trasformazione, con filosofica oculatezza di tempo e di mezzi.
In Your Eyes ezine raccoglie una significativa esperienza filtrando fin nel quotidiano; la sua attitudine non è rivolta meramente a raccontare, ma nel proprio intimo a creare, a fare, ad esercitare la mente e lo spirito critico nella sacrosanta ottica Do It Yourself. Complimenti a Simone e al valoroso staff dei collaboratori, che attraverso il loro lavoro sono assolutamente ripagati della fedele dedizione e attenzione dimostrata dai numerosi fans, permettendo a tutto tondo, ancora, di poter dare un senso alla parola libertà.
Grazie Bob!
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