Perso Nel Bosco, Di Dario Panzeri (progetto Stigma / Eris Edizioni)
È suggestiva, tenebrosa, drammatica, questa opera. Perso nel bosco di Dario Panzeri, fumetto targato Progetto Stigma e Eris Edizioni, è un saliscendi di impressioni cupe, fantasmagoria di umori crudi, visionarietà emozionale. La graphic novel di Dario Panzeri è vera esposizione di piccole gemme illustrative. Il bianco del foglio che spesso si imbeve completamente di nero sembra tridimensionalizzarsi nel connubio esfoliante dei due toni, producendo figure che sembrano affiorare in superficie come per magia, formando un incanto, celebrando il rito dell’immagine. Opera che travalica il fumetto squadernando una sequenza di vere e proprie opere pittoriche che sembrano attingere a tratti alla Silhouette e all’Impressionismo, imbrogliando in maniera straordinaria gli stili rendendosi opera unica e originale, emozionante. Protagonista è un uomo vestito da pipistrello, un super-eroe che assurge ad anti-eroe simbolo di una coscienza travagliata, oscura rappresentazione del senso di colpa, incubo sottocorticale di un’interiorità in lotta, battaglia arcaica col mito e la propria raffigurazione. Le tavole sono come macchie di Rorschach modulate ad arte e in figure che indagano sul disagio e la realtà percepita. Questo affascinante volume di qualità sorprendente è uno dei parti della giovane realtà che va sotto il nome di Progetto Stigma, idea di Gabriele di Benedetto in arte Akab, che abbiamo già conosciuto con il romanzo da lui illustrato Lucenti. Progetto Stigma è un marchio editoriale che vuole proporre idee nuove, fumetti dalla forte personalità radicale, inserendosi nel territorio della controcultura con qualità, dando un’impronta precisa di autorialità incisiva e il cui motto significativo è: “i matti finalmente gestiscono il manicomio (del fumetto).” Eris Edizioni si affianca a Progetto Stigma sia per il processo di distribuzione che per quello promozionale e, ne siamo sicuri, per unità d’intenti, cioè il valorizzare un altro tipo di cultura, di arte, che deve assolutamente trovare il suo spazio nell’amalgama spesso delirante, dispersivo e abbarcato delle pubblicazioni nostrane, mettendo in primo piano l’autore, la componente visionaria e corrosiva delle opere, le storie.