Memesi di Tommaso Musicista è un disco che fortunatamente spiazza, un fare musica che va ben oltre la musica, e che compie il difficilissimo esercizio di creare qualcosa di veramente nuovo, un magma musicale e di idee molto forte e potente.
Tommaso è un fallito come noi che proviene dalle lande dell’estremo ponente ligure, dove c’è la fucina di idee e musica chiamata Musica Orizzontale, che spero conosciate già, sennò fatelo. Non esiste un genere di riferimento per questo disco, non ci sono numi tutelari, non ci sono nemmeno le protezioni, qui è una caduta continua, un immergersi nella melma e merda nella quale siamo sempre immersi ma che ci ostiniamo a negare. Tommaso racconta le sue vicende e quelle che vede intorno e dentro di lui, con basi sempre diverse, trap, hip hop, rumorismo, musica dissonante come tradizione del ponente ligure, e tanto, tanto altro.
Approcciarsi a questo lavoro non è facile se ci andiamo vicino per accarezzarlo, mentre se siamo pronti al polemos, al conflitto, qui ce ne sono a pacchi. Memesi è anche fastidio, un guardare senza pietà come siamo ridotti, e bisogna ascoltarlo come si dovrebbe fare con la musica : sedersi e lascia fluire questo fluido dionisiaco, perché qui il vincitore è nettamente Dioniso.
Astenersi chi ama Elio e le Storie Tese, o le cose fighe ma simpatiche, da ascoltare un po’ così, perché siamo dei monelli scanzonati.
Qui vige il disagio, è una meravigliosa latrina dei nostri putrescenti sogni, una morte della speranza, un’apocalisse pop raccontata da uno come noi, il quale fa un disco con lo scopo di fare esattamente il cazzo che gli pare per davvero, a partire dalla copertina.
Un disco non facile, come non facile è uscire di casa e prendersi sul serio, un lavoro malignamente originale e vero. Da sentire in tutte le occasioni, e se non vi piace meglio, forse avete ancora una speranza.
Mille musiche, testi fortemente oltre, da scoprire parola per parola. Un power trip.
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