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Recensione : The Underground Youth – Haunted

Haunted è rigorosamente in bianco nero, la coppia (Craig e Olya sono marito e moglie) è in bianco e nero, la sua musica è in bianco e nero, ma sarebbe più opportuno dire nero, visto che di bianco e di luce ce ne sono ben pochi. E il colore non esiste.

The Underground Youth – Haunted

Quasi 2 minuti in crescendo anticipano i primi colpi di batteria, e bastano davvero poche note per capire che siamo in Inghilterra, anche se in una dimensione temporale sbagliata. Il quindi disco del duo di Manchester infatti attinge e pesca nel dark wave degli anni ottanta, ma è datato 2015.

Collapsing Into Night è praticamente composta da 3 elementi: voce baritonale, cupa e depressa di Craig Dyer , batteria campionata e tastiere. La chitarra è appena accennata, ma diventa protagonista nella titletrack, che presenta un po’ più di ritmo rispetto alla precedente, anche se i testi proseguono il filone triste (I am addicted to the way you close your eyes, you have slowly poisoned my mind).
Forse entrambe sono di preparazione a Dreaming With Maya Deren, a mio giudizio la canzone più bella dell’album: completa, ben strutturata, con un suono più pieno grazie alla chitarra resa più graffiante.
Self Inflicted sembra abbandonare l’anima shoegaze per avvicinarsi a una variante cupa di post rock, che mi ricorda il sound degli I like trains, privati però delle esplosioni sonore.
Più elettro dance Drown In Me, anche se permane sempre quello stato di malinconia, probabilmente legato al modo di cantare e ai testi. Ci si può emozionare, ma solo se c’è sofferenza, se si sta male (I hope that you misse me, I’ll be there soon, if you drown in me and I’ll drown in you). Amare è affogare, il sentimento è legato comunque ad una esperienza negativa, prossima alla morte.
Fino a qui l’album meriterebbe un voto sicuramente alto, peccato che arrivino in sequenza 3 canzoni che non lasciano il segno. Monotone, ripetitive quasi al punto di rasentare la noia o il fastidio.
Si ritorna sulle sonorità iniziali solo col brano di chiusura. Returning To Shadow è il capitolo finale, il sigillo malinconico di un disco che vi farà venire la voglia di tornare ad ascoltare i Joy Division, il primo Leonard Cohen o i Woven Hand.
Haunted è rigorosamente in bianco nero, la coppia (Craig e Olya sono marito e moglie) è in bianco e nero, la sua musica è in bianco e nero, ma sarebbe più opportuno dire nero, visto che di bianco e di luce ce ne sono ben pochi. E il colore non esiste.

TRACKLIST
1. Collapsing Into Night
2. Haunted
3. Dreaming With Maya Deren
4. Self Infliced
5. Drown In Me
6. The Girl Behind
7. Slave
8. Deep Inside Of Me
9. Returning To Shadow

LINE-UP
Craig
Olya
Frankie
Max

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