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Recensione : The Queen Is Dead Volume 6

The Queen Is Dead Volume 6: Eccoci qui di nuovo a parlare di musica in una situazione non facile, e che soprattutto non è facile per chi suona e nem...

The Queen Is Dead Volume 6

Eccoci qui di nuovo a parlare di musica in una situazione non facile, e che soprattutto non è facile per chi suona e nemmeno per chi della musica ha fatto il proprio lavoro come i fonici, i meccanici e i carpentieri, o i proprietari di spazi dove vive la musica.

In questo nostro amato ambito non andrà tutto bene, ma noi nel nostro piccolo ciò che possiamo fare è di supportare chi suona parlandone.

Parliamo quindi di musica nuova e molto interessante con il nuovo progetto Monochrome, The City con il loro primo singolo autoprodotto Dissolution. Il terzetto è composto da musicisti di gran pregio come Luca Cadel già nei Who killed the Bassman? E nei Scotch Ale, Filippo Pedretti Celtic Harp Orchestra, Trewa, Hanormale, e ex live session Furor Gallico, e per finire Lucia Amelia Emmanueli anche lei Celtic Harp Orchestra eTrewa.

Il gruppo si forma nel gennaio 2019 ad opera di Cadel e di Pedretti, ai quali si aggiunge nella primavera dello stesso anno la Emmanueli per la formazione definitiva.

L’intento è quello di comporre un’esperienza sensoriale di una città, infatti loro sono mossi dalla domanda come suona una città ? Per i Monochrome, The City suona molto bene, un’elettronica suonata e sognante, un continuo reinventare le forme di ciò che vediamo, fino ad arrivare a vedere qualcos’altro, che potrebbe essere una delle realtà possibili. Dissolution è un pezzo strano per il nostro paese, nel senso che ha una prospettiva davvero musicale, non segue modelli e non ha platee da ammaliare, ma vuole far provare qualcosa e lo fa molto bene.

Il violino di Pedretti si spossa molto bene con i synth e la chitarra di Cadel, e Lucia Amelia spazia con un cantato che è un sogno, senza parole, ma che dice molto più di tanti testi, e siamo in attesa del debutto sulla lunga distanza.

Ci spostiamo di un po’ ma non di molto per andare in Francia e più precisamente a Marsiglia in casa Lazerdiscs, un’etichetta specializzata in synthwave, retrowave e synhtpop che è forse la migliore in giro e che macina sempre grandi uscite, e questa non fa eccezione.

Il produttore inglese Liam Leon centra il bersagio con il suo debutto Memories From The Future, un disco di synthpop e retrowave con un micidiale tiro pop, melodie molto fresche e una voce molto moderna e che al contempo rimanda agli anni ottanta.

Non c’è, per tutta la lunghezza del disco, una canzone che annoi o che sia stucchevole, è tutto molto ben fatto e molto piacevole. Memories From The Future è forse il disco più commerciale della Lazerdiscs ma in senso positivo, è la conferma che un movimento come quello della retrowave e del synthpo partito come nostalgico sia diventato invece un promotore di novità e anche un possibile scalatore di classifiche.

Degna di menzione è la splendida copertina che fa innamorare del disco ancora prima di sentirlo.

MONOCHROME, THE CITY :

LIAM LEON :

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