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Recensione : The Queen Is Dead Volume 35 – Mystic Circle Enterprise Earth Blank Canvas Disiplin

Mystic Circle \ Enterprise Earth \ Blank Canvas \ Disiplin : e Continua la produzione di ottimi dischi per l’etichetta tedesca Atomic Fire, nuovo progetto discografico della Nuclear Blast Records.

The Queen Is Dead Volume 35 - Mystic Circle \ Enterprise Earth \ Blank Canvas \ Disiplin

The Queen Is Dead Volume 35 – Mystic Circle Enterprise Earth Blank Canvas Disiplin

Mystic Circle

E Continua la produzione di ottimi dischi per l’etichetta tedesca Atomic Fire, nuovo progetto discografico della Nuclear Blast Records. Questa volta è il turno dei tedeschi Mystic Circle, fra i migliori gruppi di black death metal, con il nuovo disco omonimo, il primo dal 2007, anno in cui avevano deciso di prendersi una pausa.

I Mystic Circle sono tornati in due, Beelzebub e A. Blackwar che era uscito dal gruppo nel 1999. Prima di questa lunga il gruppo teutonico aveva inciso sette dischi e aveva suonato con i migliori gruppi di musica estrema del mondo.

Il disco attuale li fotografa in uno dei loro migliori momenti, con un black metal che si fonde moltissimo con il death metal e con alcune istanze del black sinfonico, per un risultato potente e che non lascia scampo.

Satansimo, arti occulte e soprattutto anti cristianesimo sono alcuni fra gli argomenti protagonisti dei testi, parole che scivolano su colate laviche di suoni distorti, anche se come black death possiede un’esecuzione molto chiara e con un’ottima produzione, che fa risaltare al meglio la cattiveria del gruppo, che porta avanti la tradizione di un certo black germanico che rimane fra i migliori nel panorama europeo. Il disco è molto equilibrato, non inventa nulla ma scava a fondo verso l’agognato inferno, meta finale dei Mystic Circle.

Quindici anni di silenzio discografico sono tanti, ma questo lavoro riporta al suo posto un gruppo notevole che è tornato a fare musica spinto dalla passione e dalla voglia di spargere il nero verbo.

Un grande ritorno, sperando che sia in pianta stabile. Molto notevole la copertina dell’artista brasiliano Rafael Tavares.

Enterprise Earth

Approdiamo ora ad un genere che non trova molto spazio in Italia ma che nei paesi anglosassoni è assai famoso, il deathcore . Molti puristi del metal non amano particolarmente questo genere, accusandolo di essere troppo vicino ai gusti delle masse e di essere quasi una parodia del metal.

Ascoltando The Chosen, il nuovo disco degli Enterprise Earth uscito pochi giorni fa per MNRK Heavy si può tranquillamente affermare che non è così. Il deathcore degli Enterprise Earth è uno dei punti più alti del gruppo, dato che questi americani fanno ben oltre il concetto ortodosso di deathcore, arrivando anche su lidi progressive, arricchendo non poco la loro proposta musicale. The Chosen è un viaggio nel metal moderno, ottenuto coniugando metal estremo, melodia e tanto progressive, senza mai essere ovvi e scontati.

Le canzoni sono quasi tutte molto lunghe, oltre i sei minuti, composte come se fossero pezzi classici, con uno sviluppo affascinante arrivando a costruire sempre qualcosa di interessante. Il deathcore qui si fa terreno fertile per poter coltivare anche altri generi e per spaziare dove si vuole. Certamente il loro suono è molto giovanile e richiede una certa dimestichezza con il deathcore, ma appena gli si dà una possibilità gli Enterprise Earth ti entrano nel cuore attraverso le orecchie, e lì rimangono.

Un disco vario, potente e melodico al tempo stesso, con canzoni assai notevoli che piaceranno a giovani e meno giovani.

Un altro disco azzeccato per la newyorchese MNRK Heavy, etichetta che ha un pacchetto davvero interessante di gruppi metal.

Blank Canvas

Nuovo singolo per i toscani Blank Canvas, gruppo nato da membri di Incoming Cerebral Overdrive e Karl Marx Was a Broker. Il pezzo si chiama Unknown Star System ed anticipa il nuovo disco Dark Mirage che uscirà a febbraio per Drown Within Records. Con l’uscita del primo disco nel 2018 chiamato Vantablack sempre su Drown Within Records, i Black Canvas avevano attirato molte attenzioni su di loro, grazie al loro post metal intriso di post rock molto originale e immaginifico, foriero di altri mondi ed altri universi.

E proprio di un pezzo sconosciuto di universo parla il nuovo singolo, che comincia con un suono che pare uno stormo di cavallette o di droni in movimento, per poi diventare molte cose nella durata della canzone. Lo stile è quello di Vantablack, il nuovo singolo fa capire che i Blank Canvas sanno benissimo cosa fare, andando a prendere ispirazione e strumenti per la loro musica in luoghi assai diversi fra loro.

Il gruppo ha una precisa marca stilistica e usa molti elementi per andare a fondo nella propria visione, intesa come vista su altre cose che non si vedono altrimenti. Ogni loro canzone è un viaggio in ambienti diversi, e Unknown Star System non fa differenza, anzi sposta ancora più avanti il discorso.

Sono uno dei migliori gruppi italiani post, e sopratutto sono un collettivo che produce musica che fa muovere ingranaggi nel cervello e stimola le sinapsi, perché chi fa immaginare mondi e situazioni diverse ci comunica sempre qualcosa.

Disiplin

Ultimo disco per questa puntata, ma forse il più cattivo e senza speranza del mucchio. Si tratta della ristampa da parte dell’italiana ATMF del disco omonimo dei Disiplin del 2003, uscito originariamente per Moonfog Production La ristampa avviene all’interno della magnifica collezione Cult della ATMF, riservata a dischi che hanno cambiato il black metal più estremo, e questo è uno di quelli. Disiplin è un disco che ha una concezione diversa e al contempo molto vicina all’originale black, ovvero nessuna concessione sonora o vendibile, e distillato di odio, il tutto con uno stile musicale impeccabile, potente e marziale.

Il gruppo norvegese riesce a prendere dalla tradizione black della patria per cambiarla, rendendola ancora più spietata e marziale. Il black metal qui raggiunge vette molto alte, travolgendo l’umanità con il suo alito pestilenziale, essendo consapevole da umani che l’uomo è morte e dolore, e che tutto ciò si può mettere in musica.

Fin dalla prima traccia Ultimatum l’attacco dei Disiplin è totale e frontale, con il loro black metal preciso e prodotto molto bene, adatto a chi ama il black estremo nel concetto più che nelle forme. Bisogna anche dire che tecnicamente il gruppo norvegese è molto al di sopra della media dei gruppi black metal, e lo si sente per tutto il disco.

Una pietra miliare del black metal più oscuro e brutale, che vede nuovamente la luce dalle nebbie del tempo con copertina e libretto del grande artista Francesco Gemelli che ha già collaborato con Abigor, Absentia Lunae, Forgotten Woods, e Kommandant,che sono tutti grandi gruppi black.

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