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Recensione : The Mads – The Orange Plane

Si è mod anche quando si va a fare la spesa

The Mads – The Orange Plane

E’ inverno e fa freddo.

Guardo dentro l’armadio e ci sono un buon numero di giacche pesanti e di maglioni ma accanto a tante cose che garantirebbero la giusta dose di calore c’è pure il mio adorato parka e quindi, a costo di patire un po’ di sano freddo, opto per quello con sotto una bella camicia a quadri ed una felpa della Lonsdale.

E già solo così mi sento a mio agio, per essere stilosi si deve pur sempre patire perché come il nostro stimatissimo papà Tony Face “Si è mod anche quando si scende a comprare il pane”.

Il senso di appartenenza ad uno stile, che è tutto fuorché una moda, è fondamentale per ognuno di noi che ha scelto di aderire a quella che è una vera e propria scelta di vita. Questo vale per me ma sicuramente vale anche per i Mads che dal lontano 1979 fanno attivamente parte di una scena che da allora è vitale e ben lungi dall’esaurirsi.

Questo The Orange Plane è il disco della loro reunion e non fa che confermare come i nostri abbiano, nonostante il passare inesorabile degli anni, davvero ancora molto da dire. Dentro ai solchi dell’album c’è davvero la crema di un sound che io adoro, ovviamente non può che essere presente il mod revival dei Jam, e di tante altre formazioni “minori”, evidente sopratutto nell’iniziale The Orange Plane come in What I Need e On The Bus i due pezzi che la band aveva già fatto uscire come singoli.

Ma, a testimonianza della duttilità e dell’eclettismo del combo, c’è anche molto altro come I Like It un perfetto connubio fra il combat-soul dei Redskins ed il pop d’alta classe degli Housemartins, I Wanna Laugh You dagli umori sottilmente malinconici e sorretta da un intarsio di voci davvero intrigante, Do The Snake un hammond beat che, giocato sul suono dell’organo di Mike Painter, ricorda un vero e proprio vate del modernismo qual’è Brian Auger, I’m Not Crazy bellissimo pezzo che cita i mirabili Left Banke, Freedom At Last che tanto sa dei numi tutelari Small Faces, per chiudere con i pochi secondi di Annalisa che rimanda agli Xtc più barocchi e beatlesiani.

Bene, sono convinto di essere riuscito a far capire a chi legge quanto questa raccolta di pezzi sia interessante nel suo proporre poco meno di una quarantina minuti di good vibrations.

A proposito di modernismo, fra gli abitanti del mio ridente borgo ne conosco uno di 23 anni a dimostrazione che questa scelta di stile non vuole proprio saperne di esaurirsi.

ETICHETTA: Area Pirata Records / Sexy Groovy Rhythms

TRACKLIST
1) The Orange Plane,
2) What I Need,
3) I Like It,
4) The Way She Smile,
5) I Wanna Laugh You,
6) You’re A Liar,
7) Virtual World,
8) Do The Snake,
9) On The Bus,
10) Hold The Alien,
11) (No My Baby) I’m Not Crazy,
12) Freedom At Last,
13) Rainy Day,
14) Annalisa

LINE-UP
Luis Bergamaschi – Bass and Vocals,
Mauro Fossati – Drums and Vocals,
Toni Graziani – Lead Guitar and Vocals,
Marco Pertusati – Lead Vocals and Rhythm Guitar

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