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Recensione : The Baron Four – She

The Baron Four tornano a riempire di belle vibrazioni i nostri padiglioni auricolari con questo nuovo 7' edito dalla sempre più benemerita Rogue Records.

The Baron Four - She

Partendo dal presupposto che sono profondamente anarchico e di conseguenza aborro titoli nobiliari e l’intero asset sociale che hanno determinato e determinano, devo comunque ammettere che esistono baronati per me molto evocativi, come ad esempio quelli de: il barone Liedholm, il barone rosso, il barone rampante di Calvino e alla lista tocca aggiungere anche questi quattro baroni figli della perfida Albione, che incontrano il mio incondizionato favore.

Autori di due album e di una manciata di singoli editi da etichette di culto quali Get Hip, Groovie, Soundflat e State,The Baron Four tornano a riempire di belle vibrazioni i nostri padiglioni auricolari con questo nuovo 7′ edito dalla sempre più benemerita Rogue Records.

Lo compongono un pezzo per lato come nella miglior tradizione del rock’n’roll; su quello A trova posto She, un brano freakbeat soavemente psychedelico che, ascoltato comodamente sdraiati ed a occhi chiusi, trasporta in territori da favola. Sul B è invece impressa What Can I Do una canzone più tradizionalmente british invasion in stile Kinks/ Small Faces/ Yardbirds anch’essa riuscitissima. Davvero due centri perfetti per un dischetto che, come tutti quelli licenziati da questa nuova sfolgorante etichetta francese, merita un posto – di riguardo – nella vostra collezione.

D’altronde baroni si nasce, baronetti si viene nominati da una vecchia carampana (allora invero non così vecchia)…

L’ho fatta un po’ fuori dal vaso?

Vabbè l’iconoclastia è sempre stata una delle mie prerogative.

The Baron Four

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