La rievocazione delle passate epoche pop della musica è certamente opportunità data largamente alle genti del futuro; nei fatti, oltre a venir create continuamente nuove commistioni e mélange sonori, si assommano naturalmente a questi i già defluiti, quelli nati cronologicamente prima, che andranno a rimpinzare le fila dei vari revival il cui incendiario scopo è riattizzarne le braci seppellite chissà dove e chissà quando.
Nel caso corrente ci siam imbattuti in un antico fuoco lavico che scorreva underground in territorio francese, precisamente a Pézenas, nella regione dell’Occitania, al caldo secco e mediterraneo del sud. Giunti in loco, scopriamo che Pézenas è la città di Molière, qui mise in scena le opere più importanti e, congiuntamente, è altresì piacevole terra di vigneti…
In tale rigoglio di superficie, cascare nelle sottostanti cave laviche è stato avvenimento raro ed elettrizzante, reo di aver tirato fuori un’altra gloria natìa di tale cittadina, Jo-Bernard Castagneri, figura leggendaria e titolare della ditta “Les Disques Castagneri” dietro cui si celano ben quarant’anni di attività frenetica e appassionata lungo i meandri della musica detta di sottofondo, relativa alle colonne sonore dei B-movies anni ’60 et ’70 du dernier siècle.
L’incessante fervore da collezionista, produttore e musicista, ha portato Castagneri a lanciare la propria agguerrita band (qui in carne ed ossa, micidiali artigli ed implacabili zanne), Les Tigres Du Futur, alla conquista di Parigi e, al seguito, dell’Europa tutta, affidandosi a talentuosi giovani adepti succubi del suo stravagante e genialoide modo di reinterpretare il genere indicato, assecondandone il sentimento bizzarro, demoniaco, e direi, al limitare dello splatter!
Ma niente paura ragazzi, qui c’è solo da cagarsi addosso dalla strizza…. uahahahaha… il caro ‘squinternato’ Jo-Bernard non è in vena di scherzi e gioca pesante con gli apprezzamenti, vedi in bella posta il titolo del nuovo EP, che trattiamo veramente con le pinze per quanto è HOT, “Les éventreurs du dancing”, che suona in italiano circa così, “Gli squartatori della discoteca”.
Si capisce al volo che non promette nulla di buono, anzi, il consiglio è di tenere le vostre figliole, e figlioli, in età pre o appena post maturanda al riparo e ben chiusi sotto chiavistello, perché il Messia Jo-B, caricato come un ossesso, Jason di “Venerdì 13” gli farebbe tutt’al più un putipù, oltremodo efferato quanto un sadico satanasso, s’avvinghierà sui loro corpicini facendone brandelli, poltiglie, listarelle, schiumando la pista da ballo di sangue fresco e ribollente, roba che poi le tigri, fiuto fine e occhio lungo (il logo del gruppo è giusto un’inferocita belva dotata di 4 occhi orribilmente inquietanti), ne vanno squisitamente matte.
Dissolutamente saranno i suoi fidi giovani monaci, sotto la ferina guida del Messia, ad inneggiare al massacro, traboccanti di tutta la potenza hard rock e psycho beat che hanno in circolo sotto quella imponente massa di carne striata, col desiderio sfrenato di voler far preda ognuno, privi di riguardo verso qualsiasi età, purché in pista il culo lo si agiti ed anche le ànche, che sulle panche stanche si infiaccano schiacciando il grasso costretto negli elasticjeans indomiti e smaniosi di trasgressioni horror sexy da b-movie: maquillage à la puttanesc, effetti affetti da ingenuità retrò, ’70 style, assurdità proto-trash, dilettantismo da low budget, trucchi dozzinali da virtuosi teatranti del kitsch; ed è solo l’oscenografia.
Trasversali, incazzati, osceni, puramente strumentali, LES TIGRES DU FUTUR spingono su un EP due pezzi (preceduto temporalmente da una coppia di formidabili album dal taglio garage, psichedelico, indiano, pop, hard, leather, rock, beat, oscuro, messianico, anticlericale, surf, anticonformista, ricomposti in visione modernizzata, veloce, attualizzata e molto più crazy della musica a cui si ispirano), da dare certissimamente in pasto alle disco del globo, che riconferma ampiamente la band quali folletti di sì speciale soundtrack-garage.
Il primo omonimo pezzo non fa mistero di peculiarità HIGH ROCK’N’ROLL, includendo moog spaziali, svisate centrifugate ai cui echi non sfugge il meglio della musica ‘on the wild side’ (ascolta il low intro alla Lou Reed), ritmiche secche, circolari, muscolari, incidendo il cuore con le fauci ruggenti della tigre.
Il secondo ‘pezzone’ “Durs à cuire à Curaçao” ci getta dentro basi avant-sixties, nel pieno di una ri-rivoluzione fatta di chitarre fuzz & acide; il diamante brilla più intenso e fuori di testa nella lucida messa in musica del fritto misto del divertimento unito alla maestria dell’esecuzione; chiassando con stile e perizia, riecheggia in salmì il Peppino De Luca de “La ragazza con la pistola” del fu maestro Monicelli, ma anche i Grateful Dead dei momenti epici stillati on acid, ora fusi con Os Mutantes! Ma sì, buttiamoci pure qualche citazione colta nel turbinio generale, tanto loro ormai sono diventati un cult!
ETICHETTA: Les Disques Castagneri
TRACKLIST
1. Les éventreurs du dancing 03:21
2. Durs à cuire à Curaçao 03:42
LINE-UP
Stefano Mamazzoni – lead guitar
Pietro Blotimani – rhythm guitar
Arnaldo Rizzo – bass
Nicola Erico Mornione – drums, percussion
Niccolo-Giuseppe di Serbinolaï – moog, organ, electric piano
Jo-Bernard Castagneri – musical direction, various instruments