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Recensione : Noisyra – Wound

Noisyra, aka Pam Salvati, affonda la lama creativa affrontando un nuovo capitolo musicale in capo alla propria versatilità.

Noysira

Noisyra – Wound

Noisyra, aka Pam Salvati, affonda la lama creativa affrontando un nuovo capitolo musicale in capo alla propria versatilità. Siamo, noi di IYEz, particolarmente attenti alle giovani leve che perseguono le proprie attitudini, perciò teniamo d’occhio Noisyra appena smuove le acque, benché l’artista agisca su più fronti espressivi, il teatro, ad esempio.

Wound è il titolo: nasce dalle ceneri sparse nel mare del precedente lavoro, dato agli annali nel 2018, e si compone di cinque brevi tracce, dimensionandosi in un EP che offre sensazionali screziature dell’anima, perché Noisyra è un’artista viscerale, come ben sappiamo.

Un’unità di progetto lega al filo etereo della dizione le prime tre tracce e apre suggestioni a tutto campo che avviano al manifestarsi di sentimenti che incidono in maniera esclusiva sullo spirito di chi ascolta.

Benvengano dischi che riescono a dare rilevanza all’ascolto, che ionizzano emozioni per mezzo della personalità protesa al raggiungimento di luoghi dove sia permesso allocarsi per affinità, perché toccano punti nevralgici in coloro che sono alla ricerca dell’oro udibile.

12 minuti bastano a Noisyra per solcare le profondità della sua visione senza fare prigionieri, nel senso che lo spirito vaga liberamente ispirato durante il suo volo emozionale segnando qui un landmark per future evoluzioni. E, in tutta coscienza, dal mio angolo di Paradiso, dico che con Everything Behind si assiste a un miracolo; il brano sparge bellezza e purezza, altresì capace di richiamare altitudini e di raggiungerne altre: vedi la magia visionaria di Nico, étoile di velvetiana memoria.

Non fare prigionieri significa pure penuria, evviva, di rimandi epici, costruendo con le proprie semplici forze un ‘prodotto’ di valore e di congiunture spontanee non studiate a tavolino. È il piacere della fruizione che esalta. L’abbandono rimarca la conferma di stare nel luogo giusto, mentre il cantautorato suggerisce comunanze folk nordiche, miste a echi medievali dove fumigano testi apocalittici di poesia nera.

Strumentalmente il panorama appare scarno, favorendo la resa diretta di impatto accompagnata a melodie che riempiono lo spazio evitando di comprometterlo, inventando una delicata resa “ecologica” del sound Lo-Fi, comunque particolareggiato da instant loop, momenti di noise rabbioso e ossessivi reading di poesie.

In Wound l’uso dell’ukulele (e anche di chitarra, piano e svariati oggetti con cui crea eteree atmosfere) è dannatamente interessante.

Silvia Vecciarelli ci regala un impressionabile scatto in front e retro cover, mentre l’interno è affidato ai testi e alle poche righe di ringraziamento inserite in un black frame adatto alla produzione squisitamente DIY!

Il progetto Noisyra, nato nell’inverno del 2011 come progetto di improvvisazioni di noise “ipocondriaco”, è tutt’ora in fase di sperimentazione e in continuo mutamento. Pam ha condiviso il palco con il francese Amaury Cambuzat (Ulan Bator), Winter Severity Index, Frank Never Dies, Andrea Ra, Blocco 24, Anna Mancini e con svariati musicisti dell’underground italiano.

Noisyra

 

 

 

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