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Stefano Cavanna

Come la maggior parte dei nati negli anni Sessanta, la mia formazione musicale, come ascoltatore, è stata segnata principalmente dal progressive rock, almeno fino al decennio successivo, quando ho iniziato ad essere attratto da sonorità più cupe; da lì si è aperta una galassia di note fino ad allora sconosciute, con la scoperta della darkwave e del gothic rock. Ma il vero colpo di fulmine è arrivato dall'ascolto di Forest Of Equlibrium dei Cathedral, l'album che ha spalancato le porte dei sepolcri da cui sono scaturite prima le sonorità gotiche dei primi Anathema e My Dying Bride, e poi quelle più funeree provenienti dalla Finlandia con Shape Of Despair e Skepticism, un passo decisivo e irreversibile verso quegli abissi sonori che non ho più smesso di frequentare. Questa passione si è concretizzata con la scrittura del libro "Il Suono del Dolore - Trent'anni di Funeral Doom", pubblicato da Tsunami Edizioni nel 2023.
https://facebook.com/stefano.cavanna.1
Recensioni

Beissert – Darkness: Devil: Death

Un disco gradevole ma francamente ho seri dubbi che possa entrare a far parte dei titoli che verranno ricordati alla fine di questo 2013 ed è un peccato, perché i Beissert sembrerebbero avere i numeri e l’esperienza necessaria per fare molto meglio di così.

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Recensioni

Tombstone Highway – Ruralizer

Se si prova ad ascoltare un disco come questo senza sapere nulla dei loro autori, potrebbe risultare sorprendente scoprire che questi non provengono dal profondo sud degli Stases, bensì dalla molto più vicina a noi Bassa Padana; in questo caso, quindi, il Po diventa il Mississippi (o viceversa) in un accostamento che si rivela tutt’altro che azzardato

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Godyva – Alien Heart

I baresi Godyva sono una delle realtà più consolidate della scena gothic della penisola e questo loro ultimo lavoro ne rafforza lo status mostrando peraltro interessanti elementi di discontinuità rispetto al passato.

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Recensioni

Schysma – Imperfect Dichotomy

“Imperfect Dichotomy” è vivamente consigliato a chi apprezza il prog metal meno cervellotico, e va semplicemente ascoltato e riascoltato per apprezzarne le sfumature che si celano al suo interno.

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Recensioni

Der Geist – The Pain We Don’t Feel

Buona la prima per i Der Geist, dunque; teniamo d’occhio questi ragazzi che dimostrano, con “The Pain We Don’t Feel”, di possedere le carte in regola per ritagliarsi un posticino di riguardo nel panorama metallico italiano.

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Recensioni

Heimdall – Aeneid

“Aeneid” è un disco senza punti deboli che riporta all’attenzione degli appassionati un’altra ottima band italiana

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