Necropoli – I
Interessante passo d’esordio per questa nuova band italiana dedita ad un death doom dai tratti molto sperimentali e decisamente lontano da quelle melodie ariose e tinte di malinconia che siamo abituati ad ascoltare.
Interessante passo d’esordio per questa nuova band italiana dedita ad un death doom dai tratti molto sperimentali e decisamente lontano da quelle melodie ariose e tinte di malinconia che siamo abituati ad ascoltare.
FrostAgratH è un altro nome da da tenere sotto stretta osservazione, tanto più che Lord Mist si è già dimostrato musicista piuttosto prolifico ed è probabile, quindi, che ne risentiremo parlare molto presto.
Gli Hyperborean hanno sicuramente delle buone intuizioni, e la fase centrale dell’album lo dimostra ampiamente, ma in tutta sincerità l’album soffre di troppi alti e bassi perché possa divenire un ascolto obbligato per gli appassionati.
Un album inattaccabile a dimostrazione, una volta di più, che per ascoltare del black metal credibile e suonato con tutti i crismi, non è affatto necessario spingersi fino alle fredde lande scandinave.
Un disco di tale portata deve essere accolto con grande soddisfazione da chi ama la musica in senso lato, anche se non è arrivato l’ennesimo capolavoro da parte di musicisti che, comunque sia, meritano la nostra imperitura gratitudine.
“Red Silence Lodge” è una prova matura ed elegante che fonde il doom più atmosferico con umori gothicheggianti e con il post metal più sognante
Sonus Mortis è l’ennesima entusiasmante scoperta all’interno di un underground metal che sforna a getto continuo autoproduzioni di livello assoluto.
Freschezza, tecnica, inventiva e grande gusto melodico: se queste sono le caratteristiche che cercate in una band dedita al black melodico, i Valdrin sono esattamente ciò che fa al caso vostro.
“Infinite” è un esordio davvero convincente che rende il gruppo greco una realtà dal grande potenziale e, di conseguenza, da tenere sotto stretta osservazione per l’immediato futuro.
Un lavoro complesso ed irto di spine ma ugualmente ricco di una certa attrattiva.
Gli Agalloch confermano con questo disco d’essere ormai da tre lustri una delle realtà più stimolanti del metal mondiale, al di là delle suddivisioni di genere.
Sicuramente valido dal punto di vista musicale, “Ashes to Ashes” lascia qualche perplessità per la sua adesione pressochè totale ai canoni stilistici già esibiti da Ea e Monolithe
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