Ritorniamo in Svezia dal gruppo A, l’unità speciale della polizia di stato per i crimini internazionali, per risolvere insieme a Paul Hjelm, Jorge Chavez, Viggo Norlander, Gunnar Nyberg, Sara Svenhagen, Kerstin Holm, il loro capo Jan-Olv Hultin e Artro Soderstedt il loro quarto caso.
Una districata matassa metterà a dura prova il team, portandoli in giro per l’Europa, tra misteri legati al periodo nazista, il mercato della prostituzione e la mitologia greca.
Una strana e alquanto bizzarra morte nel parco di Skansen, dove vengono ritrovati pochi resti sbranati di un personaggio della malavita internazionale, l’eliminazione avvenuta in un cimitero con un rituale raccapricciante di uno scienziato ebreo studioso del cervello, la scomparsa di diverse prostitute dell’est, la morte di un ladro di cellulari finito smembrato sotto un treno della metropolitana e 5 lettere misteriose formano un intreccio in cui inizialmente diventa persino difficile comprenderne i collegamenti.
Arne Dahl, al secolo Jan Arnald, porta avanti il filone del giallo made in Svezia, reso famoso al pubblico dalla trilogia di Millenium, e ormai genere consolidato.
Attraverso una narrativa fluida e veloce, dove forse l’unico inghippo è quello di ricordarsi tutti i vari personaggi della squadra, vengono riproposti all’interno del romanzo temi più profondi come quello dell’eugenetica e quello della vergogna sociale legata alla triste relazione tra la Svezia e la Germania Nazista durante la seconda Guerra Mondiale.
Le quasi 400 pagine del libro alla fine si leggono con piacevolezza, nelle parti più prettamente investigative grazie ad una certa suspance e al desiderio di avanzare nella comprensione delle indagini, nelle parti più filosofiche per gli spunti di riflessione che si generano.
Interessanti anche gli effetti sorpresa che vengono svelati nella conclusione, che però risulta un po’ sbrigativa.
Se siete amanti del genere, Europa Blues non può mancarvi ma, vista la particolarità del tema di fondo trattato, se vi dovete avvicinare al giallo nordico, probabilmente non lo consiglio come prima lettura.
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