I La Città Dolente non hanno la soluzione, ma ti propongono 33 minuti di inferno e bellezza, elettrocardiogramma della bestia che vive dentro e fuori di noi.
Esce per Toten Schwan Records il nuovo disco dei La Città Dolente, intitolato “In A World Full Of Nails I Have Got Nothing But My Hand”. Il gruppo è praticamente un unicum nel panorama musicale italiano, dato che i loro generi di riferimento sono il mathcore è l’hardcore, con frequenti riferimenti metal, per una miscela, pesante, sinuosa e senza tregua. Il gruppo milanese negli ultimi tempi ha vissuto stravolgimenti notevoli, da quartetto sono diventati duo, con l’uscita del fondatore Maxweel Thomas e dell’ultimo bassista Ezekiel. Il gruppo continua quindi così la sua avventura iniziata nel 2018, una visione radicale della musica e di ciò che ruota intorno ad essa, una radicalità vissuta in maniera coerente, dato che il gruppo preferisce suonare in posti dove la musica non sia mercificata, in spazi occupati gestiti da collettivi, e inoltre fa parte della Deafening DIY Shows che organizza concerti a Milano e dintorni. E poi c’è la loro musica e i loro testi, che sono la cosa più importante di tutte.
Il loro suono è un massacro sonico, un rappresentazione in musica del dolore e delle sensazioni che quotidianamente ci attraversano in questo delirio chiamato capitalismo, delirio che ha intriso le nostre vite e che ci costringe a sprecare il nostro per far guadagnare qualcun altro che può disporre di noi perché ci paga, e poi spendiamo quei due soldi per appagarci un minimo e per far arricchire ancora qualche altro imprenditore.
Tutto ciò viene capito molto bene dai La Città Dolente e messo in musica attraverso un suono violento, strutturato ed in continuo movimento, vita che si interseca con la morte, scintille, pause e ripartenze che abbattono tutto ciò che sta intorno, elettrocardiogramma della bestia che vive in noi, e di quella che sta fuori. Il disco dei La Città Dolente ci porta dietro alle vetrine dei negozi dei centri commerciali, ci fa fare le consegne dei pacchi con i corrieri che devono andare a mille all’ora sennò poi noi clienti ci incazziamo, quegli stessi pacchi che nella notte sono stati scaricati e caricati da operai di cooperative che se potessero non pagarli non li pagherebbero, e a volte succede, spesso. Una nube tossica di merda ed inquinamento che invade la nostra vita, e questo disco ci mette brutalmente davanti allo schifo che facciamo, al dolore che c’è dietro ad ogni magazzino, ad ogni bolla, ad ogni saldo, dietro alla vera divinità dei nostri tempi : LA MERCE.
Essa è sacra, frutto della fatica e della visione dell’imprenditore, e responsabilità del lavoratore, e la bolla dii trasporto è il nuovo vangelo, la merce è trattata meglio degli esseri umani che la maneggiano, è il principio attivo del surplus commerciale, che è il segreto nemmeno tanto segreto del capitalismo. I La Città Dolente mettono benissimo in musica questa frattura, questo continuo morire e la necessità di distrarsi ad ogni costo, anche solo per salvarsi e svegliarsi il giorno dopo, ma in realtà ciò che ci mostra “In A World Full Of Nails I Have Got Nothing But My Hand”, e ce la mostra fin dal titolo, è che non c’è soluzione o agente di distrazione abbastanza potente, ci può essere solo catarsi momentanea come questo bellissimo disco, In pochissimi hanno esplorato questo genere in Italia, questo duo ci riesce benissimo e questo disco è una delle cose migliori uscite in ambito underground pesante in Italia negli ultimi anni.
Come quasi ogni nostra giornata questo disco è un massacro dall’inizio alla fine, una ferita che non si rimargina e che butta fuori sangue, seguendo i riffs di chitarra che si snodano dentro i nostri padiglioni auricolari, accompagnati da un’implacabile sezione ritmica.
I numerosi skit, intro e dialoghi tratti da tantissime cose rendono il disco molto vario e con una direzione ben precisa, è un disco di vaporwave al contrario, come il satanismo in alcune sue correnti rovescia il cristianesimo, i La Città Dolente prendono la musica da centro commerciale, da intrattenimento colto e la rovesciano attraverso distorsioni ed una linea ritmica aliena, che ci mostra la vera realtà come il protagonista del film “Essi vivono” di John Carpenter, dove il protagonista attraverso certi occhiali vede cosa c’è dietro la splendente realtà del capitalismo, e questo disco sono quegli occhiali, se lo senti, se lo vivi, decodifichi in maniera radicalmente diversa la tua realtà, e poi tocca a te decidere cosa fare, i La Città Dolente non hanno la soluzione, ma ti propongono 33 minuti di inferno e bellezza. Good Stuff, come dice la voce a fine disco, in un outro molto bello.
La Città Dolente
Tracklist – In A World Full Of Nails I Have Got Nothing But My Hand
1. IN A WORLD FULL OF NAILS I HAVE GOT NOTHING BUT MY HANDS 00:57
2. CRUSHED UNDER THE HO[A]RD[E] / IN THE RARIFIED AIR 02:44
3. [ALL THE Y WANT IS] A CLEAR CONSCIENCE AND A FAT PAYCHECK 03:23
4. A LEVER FIDDLED WITH, WEIGHTLESS [VENAL II] 02:53
5. [IT’S] CLEARANCE SEASON 05:00
6. AS MY NAILS ON THIS COFFIN LEAVE NO TRACE 03:47
7. NEON DEATH [FOREVER ON THE PAYROLL] 06:12
8. WITH SINEWS RIPPED 03:58
9. FOAMING AT THE MOUTH 03:12
10. …I HAVE GOT NOTHING BUT MY HANDS 01:18