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Recensione : Aelma – The Beings of Mind are not of Clay – Toten Schwan Records – 2022

Il nome del duo è Aelma, e il risultato sono due lunghe tracce con tantissime cose dentro. Come affermato dagli stessi autori questo lavoro verte sul dualismo e ha in Giano il nume tutelare.

Aelma – The Beings of Mind are not of Clay – Toten Schwan Records – 2022

Progetto a due per Marco Valenti fondatore di Toten Schwan Records con Elena M. Rosa Lavita.

Il nome del duo è Aelma, e il risultato sono due lunghe tracce con tantissime cose dentro. Come affermato dagli stessi autori questo lavoro verte sul dualismo e ha in Giano il nume tutelare ; due tracce, vita e morte due musicisti, essere ed essenza.

Non lo si può definire un progetto musicale, perché va oltre la musica, entrando nell’ambito del migliore dark ambient o del racconto in musica. Un giorno o l’altro, questo non è il luogo adatto per una disamina maggiormente precisa, bisognerà rendersi conto che ci sono opere come questa che hanno una frequenza ed un’ampiezza assai diversa rispetto alla musica a cui siamo abituati, e che va quindi trattata in maniera diversa. Torniamo ad Aelma.

La prima traccia ( + Dee ci porta in una cripta che sta in mezzo ad un cielo a sua volta contenuto in un altro involucro. Il pensiero magico qui è il paradigma del completo stravolgimento del reale, come in alto così nel subconscio, l’ascoltatore non è più tale ma è totalmente immerso nella storia, con la musica che funge da medium o da gioco di ruolo se si preferisce. I bassi sono pieni, si scendono infiniti scalini, annientando ciò che siamo, nella terra come dice l’alchimia, nel sotto per andare sopra o forse ancora più sotto.

La seconda parte ǂ ) LOW è la perdita della percezione, l’ulteriore caduta e c’ è qualcosa di romantico, di quell’occulto romanzesco che tanta fortuna ebbe nell’Inghilterra dell’Hellfire Club, e anche Aelma cita il magnifico Milton di ” Paradiso Perduto ” : “Did I request thee, Maker, from my clay to mold me man?

Did I solicit thee from Darkness to promote me?” che è poi l’epigrafe sulla prima pagina di ” Frankenstein ” di Mary Shelley, in un nero circolo che continua tuttora.

Musica da anime nere assetate di conoscenza e consapevoli di essere perse come Prometeo, qui non c’è bene o male, ma il racconto di una discesa, unna bellissima opera ambient. e l’ ambient in questione è nerissimo, carnalmente nero, in un percorso che lambisce un’oscurità che non è quella narrata dalle religioni imperanti, ma è assai più antica e dimora dentro di noi.

Un lavoro bellissimo, fatto da anime nere per altre anime nere, a cui non importa l’approvazione di nessuno; ascoltare e cadere, con il sangue in bocca e la pazzia di rimanere normali.

Aelma – The Beings of Mind are not of Clay

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