Un disco violento, con tantissime emozioni per una concezione moderna del rumore e delle ossa rotte.
Nei meandri della rete, dove si parla e si ascolta musica violenta, ultimamente si parla molto bene del disco di un gruppo italiano, e non è facile trovare dischi e gruppi nostrani in quei circoli malati. Il gruppo si chiama Mold Bunny e il disco si intitola “Unholy sunday”, per NUHC, interessantissimo progetto di produzione di multimedia che ha un bandcamp con dischi di qualitĂ altissima. Il disco in questione è uscito a fine aprile, e sul bandcamp della NUHC potrete trovare altre opere del gruppo, che è molto prolifico e con copertine pazzesche.
La loro musica è un massacro perpetrato attraverso deathcore, powerviolence, grindcore e un’indole hardcore. Le canzoni sono brevi capolavori colmi di violenza, riffs fatti benissimo, sezione ritmica ce gira a trecentosessanta gradi, un cantato eccellente che si distingue sempre. Le rotazioni sonore del gruppo cambiano repentinamente, ora si va piĂ¹ cadenzato , ora piĂ¹ velocemente, ma ci sono anche momenti piĂ¹ vicini allo screamo che sono notevolissimi. “Unholy sunday” è uno di quei rari casi dove si riesce a fare musica molto violenta in maniera intelligente e molto originale, e per capire cosa si intende si puĂ² ascoltare la finale “Call it a day”, una chiusura magistrale.
I Mold Bunny portano l’ascoltatore in quell’interstizio musicale fatto di musica sì violenta ma anche catartica, con un suono moderno che si sente raramente dalle nostre parti, perchĂ© il gruppo grazie alla loro visione musicale riesce a cavalcare la tigre del deathcore, una bestia che puĂ² disarcionarti molto facilmente, perchĂ© è un suono che puĂ² voler dire tutto e niente, dipende come lo fai.
Il deathcore è un genere che va molto nei vicoli della rete, specialmente fra i giovani americani e dell’est e ha punte notevolissime ma anche tante cose inascoltabili, o peggio, tutte uguali. PerĂ² esistono dischi come questo, dove la forza sta proprio nel non limitarsi al solo deathcore ma si va ben oltre, coinvolgendo il powerviolence soprattutto nella struttura delle canzoni, il grindcore e lo screamo.
Questo disco dei Mold Bunny, come e piĂ¹ degli altri, è il risultato di un modo diverso di intendere e di fare rumore, una maniera molto moderna di mettere assieme generi e sottogeneri differenti ma che hanno lo stesso scopo, fare rumore e far venire a galla le emozioni per processarle e andare oltre, Questa musica, come succede ormai raramente, puĂ² diventare qualcosa di importante per alcune anime che amano il rumore e che si sentono a loro agio nella tempesta sonora, e qui si balla tantissimo in balia di venti potenti. Un gruppo da scoprire, che rende anche la loro musica accessibile a tutti, rientrando nel bellissimo progetto della NUHC, che è tutto da sentire e da godere.
Mold Bunny – Unholy Sunday
Titletrack
1. Waxed Face 00:48
2. Iceland 00:40
3. Disrispected 00:57
4. Fingers 01:05
5. New low 00:32
6. Teeth marks 00:31
7. Easy 00:25
8. Stench Fever (feat Sawdust Lake) 00:37
9. The Dance 00:40
10. Descended 00:33
11. IFT 00:36
12. Top this 00:34
13. Drop some jaws 00:46
14. Ok then 00:33
15. Call it a day 01:38










