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Recensione : Albireon – A Mirror For Ashen Ghosts Part Two – Toten Schwan Records 2022

Parlare di un disco degli italiani Albireon è un qualcosa di magnifico, lo abbiamo già fatto su queste pagine e siamo felicissimi di rifarlo ancora per questa loro nuova uscita, sempre su Toten Schwan Records.

Albireon – A Mirror For Ashen Ghosts Part Two – Toten Schwan Records 2022

Parlare di un disco degli italiani Albireon è un qualcosa di magnifico, lo abbiamo già fatto su queste pagine e siamo felicissimi di rifarlo ancora per questa loro nuova uscita, sempre su Toten Schwan Records. Gli Albireon sono uno dei gruppi migliori che abbiamo in Italia, fanno neofolk giusto per dare la ,misura della loro musica, ma sono ben oltre, e con questo disco lo dimostrano ampiamente.

A Mirror For Ashen Ghosts Part Two è in pratica la loro Antologia di Spoon River, un parlare di persone che non ci sono più, una coccola ai fantasmi nell’unica maniera possibile, ovvero ascoltando e narrando le loro storie, la loro materia umana e lo spirito che cammina ancora fra noi e non ci lascerà mai. Ogni traccia parla di un fantasma, e lo fa con linguaggi diversi, sempre in italiano ma con registri differenti a seconda della sua storia.

Il lavoro comincia con Raccontami una Fiaba, che parla di Anna Pardini la più giovane vittima della violenza nazifascista nelle stragi di Sant’Anna Di Stazzema, accaduta il agosto 1944. Fra le 560 vittime vi erano 130 bambini e fra questi la neonata Anna Pardini, di venti giorni, e il testo recita “…raccontami una fiaba, dove nessuno muore, e mentimi se vuoi, ma fallo con il cuore. Raccontami un dolore, di vetro scheggiato, giocattoli smarriti nell’erba di un prato..”. Gli Albireon possiedono una capacità poetica incredibile, creano immagini bellissime e fortissime, e in questa canzone Anna rivive in un tempo che non c’è come lei, ma è finalmente fuori dagli incubi.

Il secondo fantasma è Agostino Di Bartolomei, in arte Ago, giocatore della Roma che si suicidò il 1994. “..gli applausi come un’onda oltre quel scenario non sono mai per me…”, un racconto potentissimo di un artista che non riesce a farsi applaudire, e che finita la sua opera tutti deridono, non calcolandolo come l’uomo, quale migliore spiegazione di ciò che resta di un calciatore ? La musica è malinconica, un neofolk bellissimo ed intriso di soffusa epicità quasi medioevale, come se gli Albireon fossero moderni bardi. Il terzo fantasma è Alfredino Rampi, il ragazzino morto nel pozzo a Vermicino nel giugno 1981, la cui vicenda fece partecipare tutta la nazione come poche altre nell’immaginario collettivo. Il pezzo a lui dedicato, Il Freddo Abbraccio del Pozzo è strumentale, triste, pieno e bellissimo, in pieno stile Albireon.

Si continua con la storia di Luigi XVII, morto bambino recluso nella Torre del Tempio a Parigi nel 1795m durante il delirio sanguinario del Terrore. Luigi morì a dieci anni, e nella canzone parla in prima persona ed è una cosa incredibile sentirlo. La canzone successiva tratta della vicenda poco conosciuta di Lenoardo David, sciatore professionista che cadde rovinosamente battendo la testa durante la discesa libera di Cortina d’Ampezzo il 165 febbraio 1979.

Rimase stordito da questo incidente ma partecipò ugualmente alla prova di Lake Placid negli USA il 3 marzo 1979, ma a poca distanza dal traguardo cadde e batté nuovamente la testa, rimasto in uno stato vegetativo e comatoso morì sei anni dopo, in un sogno dissolto nella neve come il titolo dello splendido strumentale degli Albireon.

La successiva Nothing Will Die è dedicata a Jospeh Merrick vissuto nella Londra dell’epoca vittoriana, e divenuto noto a causa di una deformità estrema che colpiva quasi tutto il suo corpo, e la canzone è un viaggio allucinato nella sua mente, vittima di uno dei corpi più sfortunati della storia umana, e tenta di sondare quanta sofferenza e dolore possa aver patito quest’uomo. Si continua con Avamposti di Luce dedicata a Cesare Pavese, un gigante della nostra letteratura, cantore di un tempo ormai lontano, e forse perso per sempre.

Avamposti di luce è una canzone sulle luci e sulle tenebre che compongono ogni nostro orizzonte, ogni nostro paesaggio dato che stanno dentro di noi, e Pavese questo lo sapeva molto bene e sapeva renderlo un maniera molto particolare nei suoi scritti “..il tuo respiro mi è sacro più di una preghiera.”

Il fantasma dell’ottava traccia è quello di John Cazale, grande attore morto a 42 anni per tumore ai polmoni, e visto nel Padrino, nel Cacciatore fra i suoi film, e un grande del teatro americano. Qui gli Albireon ne tracciano la traiettoria in una canzone dal respiro cinematografico, con inserti di recitazione e un respiro ampio e sognante, quasi un incubo in certi frangenti. Bellissima la chiusa con un pezzo di Meryl Streep su Cazale, a cui fu molto vicina fino alla morte. La seguente Il Volgare Abisso della Fede è dedicata al fantasma di Kaspar Hauser, un uomo che forse no nera solo tale, ma forse era un’entità venuta da chissà dove e protagonista di una delle storie più incredibili viste sul pianeta Terra, e non basterebbero mille tomi a raccontarlo, ascoltatelo qui in questo capolavoro degli Albireon. Ghost of Everest è la rievocazione della storia di George Mallory, alpinista e docente inglese che conquisto la vetta del monte Everest nel 1921, nel 1922 e forse nel 1924, anno in cui perse la vita proprio sull’Everest.

Il suo corpo fu ritrovato mummificato nel 1999, lì sul monte tanto amato e gli Albireon musicano le parole dei protagonisti del ritrovamento del corpo, lì dove avrebbe voluto essere per sempre. Oltre Veli d’Immoto Stupore è sul fantasma di Federico Garcia Lorca, poeta, drammaturgo e regista teatrale spagnolo fucilato dai franchisti nel 1936, ucciso come la cultura nella vittoria della morte e dei suoi tristi e vigliacchi accoliti, e tutto ci si ritrova in maniera altamente poetica qui, riportando al centro la poetica di Lorca che verteva sulla meraviglia che provano i bambini e sulle meravigli dei mondi che ci circondano.

La penultima taccia My Final Silence è dedicata alla rumorosa parabola mortale di Marco Corbelli, ardito sperimentatore di tante forme sonore estreme fra power electroncis e molto altro, un esplosione musicale e non solo fatta uomo, che si è tolto la vita all’età di 37 anni, lasciando appunto un silenzio finale. Marco ha collaborato con tantissimi nomi della scena elettronica latra italiana, e con il suo alter ego Atrax Morgue e non solo ha firmato opere davvero notevoli, ed era un artista che usava i codici più svariati come le rappresentazioni teatrali e performance artistiche.

Un personaggio complesso e forse inafferrabile, proprio come la sua musica, che qui gli Albireon colgono nella sua essenza più profonda. Chiude il disco Tra le Sabbie Dei Ghiacciai dedicata a Gunther Messner, fratello del più famoso Reinhold. Montanaro e scalatore come il fratello, affrontò numerose vette molto difficili e rimase disperso nella spedizione sul Nanga Parbat. Nel 2000 fu ritrovato un suo osso e nel 2005 fu celebrato il suo funerale. Rimangono tuttora numerose e virulente nonostante gli anni che sono passati le polemiche sulla sua morte, dato che le versioni dei compagni di cordata non coincidono e si pensa che Gunther forse fu abbandonato dai suoi compagni fra i quali suo fratello, ma la verità non si saprà mai. Rimane la sua vicenda e questa bellissima e delicatissima canzone degli Albireon che chiude questa meraviglia.

Il gruppo produce un disco incredibile che possiede un’empatia potentissima con i protagonisti narrati, personaggi che hanno impressionatogli autori durante il loro percorso di vita. Storie messe in musica, contrappunti della mirabile storia umana di cui noi siamo protagonisti e gli Albireon scattano foto di queste vite, fermano momenti di vita, annullano i piani temporali, tutto in questo disco è orizzontale, noi e loro e sentiamo assieme, ascoltiamo la voce di Anna Pardini che non riuscì mai a parlare, il freddo nel cuore morente di Gunther Messner, la lacrima pubblica di Ago, la sensibilità di John Cazale e tantissimo altro, per un disco che è una delle perle della musica italiana degli ultimi anni, una vera e propria commemorazione in musica, dove la morte e la vita si intrecciano come sono veramente.

Albireon – A Mirror For Ashen Ghosts Part Two

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