Due gruppi ungheresi con due nuovi singoli che riflettono due concezione differenti di musica elettronica e si chiude con un’incredibile disco breaks, techno e acid dall’Ucraina.
SAMURAI DRIVE
Nuovo singolo per il duo ungherese di musica electro-rock Samurai Drive, nome conosciuto della scena underground ungherese, in giro dal 2020, “Jump start” è il primo assaggio del nuovo disco che sarà pubblicato dopo l’estate, e crea molta attesa perché è un singolo davvero particolare.
Il duo formato da Soma Nóvé and Dániel Riederauer per questo nuovo progetto ha deciso di partire dal campionamento di assoli ed arpeggi di chitarre blues inserendovi un tappeto elettronico molto trip hop, per arrivare anche a qualche inserto drum and bass atmosferica, il tutto assemblato in maniera molto particolare e piacevole. Il suono che ne viene fuori è un qualcosa che potrebbe essere inserito molto bene nella colonna sonora di qualche serie tv ombrosa e misteriosa come “True detective” o anche come canzone per andare a fare un giro in bici senza una meta precisa.
Il duo ungherese crea un’atmosfera sonora molto americana, quasi gospel blues, con le loro voci basse che si inseriscono in cori molto ben congegnati, un’atmosfera di attesa carica di speranza e al contempo di malinconia, un blues che diventa altro e muta ulteriormente, in una girandola di emozioni. Un singolo molto accattivante che segna una decisa mutazione nel suono di questo gruppo, anticipando un disco dal quale ci si aspetta molto.
PALO CANTO
Nuovo singolo per il duo ungherese di musica elettronica Palo Canto, di cui abbiamo già parlato sul nostro sito. “ Closer to the sun” è un nuovo capitolo musicale dopo l’uscita nel 2024 dell’album “Before sunrise” che ha avuto un’ottima accoglienza sia da parte del pubblico che dalla critica. Il nuovo pezzo vede la partecipazione di Soma Nóvé e la sua ipnotica voce nel bellissimo video filmato a Fuerteventura.
Il pezzo si avvicina alla techno melodica con un tocco di psichedelia, infatti in tutto il pezzo aleggia lo spirito dei The Doors in chiave elettronica, con un qualcosa di progressive e un basso talmente aggraziato che sembra avere fattezze umane.
I Palo Canto sono una strana entità sonora nel senso che hanno sempre avuto una visione musicale davvero differente ed oltre, usano l’elettronica per andare oltre i nostri sensi, come su di una spiaggia battuta dal sole, dove il nostro corpo muta e con lui la nostra mente. Il tappeto sonoro è una techno molto dolce e melodica, con un basso profondo e preciso che non scalcia ma accarezza, creando un tessuto sonoro molto interessante.
Con questa nuova traccia e questo nuovo notevole video i Palo Canto cominciano la marcia di avvicinamento al loro nuovo disco, che sarà certamente con un suono legato al debutto discografico ma ci sarà qualcosa di nuovo, e quel qualcosa di nuovo possiamo già sentirlo qui. Le linee vocali di Soma Nóvé si intrecciano con la voce maschile e creano un qualcosa di caldo ed ipnotico, un cullare il nostro cervello mentre ci arrivano sensazione ed immagini positive. Il duo ungherese è una felice eccezione del mondo elettronico underground, non si uniforma al pensiero dominante, ma cerca una via personale e di successo, un suono tutto loro, molto potente e fecondo.
Canzoni come queste sono un unguento per l’anima, ci cullano e ci fanno immaginare nuovi orizzonti, calde sensazioni e musica bellissima. Molto puntuale e precisa la masterizzazione di Zino Mikorey, che ha lavorato in passato con Thom Yorke e Moby fra gli altri.
SOMINARYST
“Qualia” è l’ultimo disco dell’ucraino Anton Somin, in arte Sominaryst, produttore di musica e film, giornalista di guerra, dj, batterista e molto altro. Il disco esce per l’etichetta di Kyiv, Polygon Records, una delle migliori nella scena elettronica ucraina. Le nove tracce di questo disco sono di un’elettronica molto attraente e potente, con un gusto antico come quello degli anni novanta e primi duemila. Il suono di Sominaryst è composto da una miscela di breaks, electro e acid techno.
I bassi scalciano fuggenti e sono ben rappresentati nella copertina di Anastasiya Vesna, e in quella stessa copertina è catturato molto bene il continuo mutare di questo disco. Nel freddo magma sonoro di Sominaryst i bassi dettano il percorso al resto dei sintetizzatori, in un continuo cambio di prospettiva, con un tappeto fortemente breaks e acido, con tantissime reminiscenze ucraine, con alcuni coretti da chiesa ortodossa che creano la perfetta atmosfera cyberpunk. Alcuni pezzi sono quasi da videogioco della Playstation 1, quelle colonne sonore che sembravano spararti in orbita e che erano un genere di elettronica a sé stanti, come quella di “Wipeout 2097” o di “Rollcage”.
Qui c’è quello stesso sentimento di libertà elettronica di quei momenti, con il pezzo che parte ad una maniera e poi esplode l’acid come in “303ulya”, un pezzo che ha elementi di canto ucraini e un tappeto breaks che poi diventa acido e ti trascina in maniera impressionante. Tutto il disco riflette un forte senso di sfogo e di fuga da quello che succede in Ucraina, paese natale e dove vive tuttora Anton Somin. Come spesso accade, la musica in alcuni casi va oltre l’intrattenimento e torna ad essere quello che è sempre stata, ovvero una forma di espressione molto potente.
La concezione di elettronica di Sominaryst è qualcosa di impressionante, un viaggio acido nella Kyv in guerra e anche oltre, un cielo alternativo composto di sintetizzatori che ti portano in altro e di bassi che perdurano nel nostro cervello, con la lingua ucraina che ti penetra nel cervello con i bassi e i sintetizzatori, amalgama particolarissimo e molto interessante.
“Qualia” è molte cose, la creazione di una geniale mente musicale che è sia proiettata verso l’infinito e al contempo tratta ciò che gli succede intorno, per un disco che è uno dei dischi elettronici migliori della prima metà del 2025, se non di tutto. Un viaggio antico e modernissimo, che interpreta molto bene il significato della parola latina qualia, ovvero un’esperienza sensoriale che non può essere riportata a qualcun altro. Particolarissimo il video della traccia che da il titolo al disco, composto da cinquecento frammenti di disegni fatti a mano, con la collaborazione del regista Sasha Tuz e dell’artista visuale Anastasiya Vesna.