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Recensione : WOLFMANHATTAN PROJECT – SUMMER FOREVER AND EVER

WOLFMANHATTAN PROJECT – SUMMER FOREVER AND EVER

Secondo lavoro sulla lunga distanza per i garage rockers losangelini Wolfmanhattan Project, vero e proprio supergruppo formato da tre leggende del rock ‘n’ roll mondiale: Kid Congo Powers (Gun Club, Cramps, Nick Cave and the Bad Seeds Knoxville Girls, Kid Congo & the Pink Monkey Birds) fresco di promozione della sua autobiografia, e poi Mick Collins (Gories, Dirtbombs, Blacktop) alle chitarre e voce, coadiuvati dall’immarcescibile Bob Bert (Sonic Youth, Chrome Cranks, Pussy Galore, Lydia Lunch, Jon Spencer and the HITmakers) alla batteria e voce. Tutti musicisti con un pedigree invidiabile, che si trovano bene insieme e hanno unito le forze in una band che si propone di voler essere qualcosa in più dell’insieme della somma delle parti.

 

A sette anni di distanza dall’esordio assoluto (col singolo “Smells like you”/”You are my glue“) e a tre dal debut album “Blue Gene Stew“, tutti usciti su In The Red Records, i nostri supereroi danno un seguito all’avventura (pubblicata sempre su In The Red) sfornando “Summer forever and ever“, composto da dieci nuove tracce, per una mezz’ora abbondante di R’N’R scassato, accattivante, ma anche eclettico, dove il trio ha suonato anche altri strumenti, oltre quelli consueti, come il piano e il sintetizzatore.

 

Registrato da Mark C., il disco si apre con “Like Andrea True“, sorta di tributo alla soul/disco band newyorchese Andrea True Connection, per poi entrare nel vivo con lo sgangherato garage punk di “Countdown Love” (la traccia preferita da chi vi scrive) che puzza amorevolmente di Cramps, Saints e Radio Birdman, e prosegue con la title track “Summer Forever“, già lanciata come singolo ben due anni fa, in cui Mick Collins, sotto un agile tappeto di chitarre velenose, canta del sogno di tutti gli skaters e i surfisti (e, in generale, di tutti coloro che odiano il freddo e l’inverno) quello di un’estate soleggiata che duri 365 giorni l’anno, e visto il caldo anomalo di questi mesi autunnali, sembra quasi che il suo desiderio possa avverarsi. “Respectable Pigs” cita nel testo “Psychotic Reaction” dei Count Five, ma musicalmente siamo sui lidi rumoristi più affini al duo Velvet Underground-Stooges, mentre la strumentale “Hypnotize too” rimande a certe bizzarrie alla Captain Beefheart. In “H Hour“, brano breve e sgusciante, si ritorna su sentieri più vicini al garage rock, e nello sghembo post-punk di “Silky Narcotic” Bob Bert ricorda il compianto Charlie Watts degli Stones. Lo sgarrupato twistabilly di “Very next song“, memore del passato di Brian Tristan nei Gun Club, apre la volata finale dell’Lp, che si chiude con le lunghe “New in the world” (uno straniante esperimento con piano, voce e altri inserti inusuali) e “Raised/Razed” (sorretta da un riff chitarristico ripetitivo e un ritmo in crescendo, incalzato dai synth, con un cantato recitato, quasi ai limiti dello spoken word) della durata di cinque minuti per pezzo.

 

La classe non è acqua, gallina vecchia fa buon brodo. Ok, ho finito coi proverbi e i luoghi comuni, ma nel caso dei Wolfmanhattan Project sono azzeccati, perché Kid, Bob e Mick si divertono ancora a suonare insieme e incidere ottimi album come questo “Summer forever and ever”, che non sembra essere un’operazione nostalgia per ricordare i bei vecchi tempi passati e andati ma, al contrario, dopo diversi decenni sulle scene, questi musicisti (e incredibili personaggi) non si accontentano di aver già dato (tantissimo) alla causa del rock ‘n’ roll più lercio e pericoloso, ma sanno ancora stupire ed essere magnetici e influenti, pur deviando a volte dai percorsi originari, non scegliendo mai la strada più facile. Avercene di collaborazioni così, oggi. Anzi, ne vorremmo di più.

 

TRACKLIST

 

1. Like Andrea True
2. Countdown Love
3. Summer Forever
4. Respectable Pigs
5. Hypnotize Too
6. H Hour
7. Silky Narcotic
8. Very Next Song
9. New In The World
10. Raised/Razed

 

 

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