A un anno di distanza da “We cannot awake“, tornano a pubblicare nuovo materiale i Vibravoid, la prolifica band neopsichedelica/acid rock tedesca nota per la sua incessante vena creativa che, nel corso di oltre tre decenni di attivitร , ha prodotto piรน di venti album (senza contare singoli, Ep, dischi registrati dal vivo, mini-album) sfornando sempre materiale di ottima fattura, curando anche ogni release con particolari artwork che si richiamano allโiconografia della cultura psichedelica/hippie e rievocano i manifesti-poster dei concerti acid/blues/psych/space rock dei Sixties/inizio Seventies (anche dando vita a festival pysch) traendo ispirazione dal flower power, dal krautrock teutonico, dai Pink Floyd Barrettiani (e dai light shows dellโUFO club, ripresi dalla band ai propri concerti) Silver Apples, Strawberry Alarm Clock, Electric Prunes, Byrds, The Seeds, CAN, il tutto mescolato con l’uso sapiente di chitarre fuzzate e organi Farfisa.
Il trio di Dรผsseldorf (composto dal frontman e chitarrista Christian โDoctorโ Koch, coadiuvato da Dario Treese al basso e tastiere e Frank Matenaar alla batteria) ha saputo costruirsi, nel tempo, un fedele zoccolo duro di appassionati e sostenitori, riprendendo un discorso underground in chiave beat e โNeo-krautโ, e quest’anno รจ giunto a far uscire- su Tonzonen records – il suo Lp numero ventitrรจ, “Remove the ties“, con cui continuano a farsi portatori di un “revisionismo contemporaneo” che li ha portati a sperimentare una formula personale che integra una ricerca sonora aggiornata al presente con la rielaborazione di mondi artistici (garage rock, psichedelia, acid rock, fuzz rock, krautrock) che hanno oltre mezzo secolo sul groppone, col risultato di non scadere mai nello stantio revival filologico di sonoritร riproposte in tutte le salse millemila volte, ma riesce nel miracoloso intento di suonare ancora fresco e accattivante.
“Computer dreams” apre a sorpresa il disco con una sorta di “premio alla carriera” in omaggio ai connazionali e concittadini Kraftwerk, sia a livello sonoro/synthetico, sia nel titolo (e si puรฒ anche cogliere una citazione lirica Joy Divisioniana in quel “radio, sound transmission” ripetuto nel ritornello); il vero trip cosmico inizia con la successiva “Neustart“, una sarabanda kraut/space dominata da voci riverberate e un riff di ispirazione Hawkwind che sorregge un groove trascinante. C’รจ il tentativo di modernizzare la psichedelia dandole una riverniciata pop in “The power of dreams“, mentre la torrenziale “Your revolution is dead” รจ un vulcano heavy psych in eruzione. “Increasing the pain” e “A state of mind” rappresentano – insieme alla summenzionata opener – i momenti piรน “accessibili” dell’Lp, pur mantenendo ben salda la loro anima psych/acid rock, tra chitarre twangy distorte e ritmi incalzanti. L’atmosfera psicotropa prende definitivamente fuoco in “Follow me follow you” e nella title track (posta in chiusura dell’opera) i pezzi piรน lunghi del lotto, che trascinano l’ascoltatore in una vorticosa odissea sonica condita da riff ripetuti come mantra lisergici e progressioni ricche di effetti.
Ci piace immaginare che un titolo come “Remove the ties” sia una esortazione, rivolta dai Vibravoid all’ascoltatore, a evadere mentalmente (anche se solo per quaranta minuti, ossia la durata del full length) e rimuovere i legami con le brutture di questo mondo di merda lacerato da conflitti armati in quasi tutti i continenti (di fatto, una Terza Guerra Mondiale a pezzi) per abbracciare un universo sonoro e spirituale altro, dove trionfino pace e giustizia sociale, colorato e libero dalla propaganda mediatica di terrorismo liberticida e repressione censoria, dove non si rischi la galera per aver fumato un joint, dove ci si possa dichiarare apertamente antifascisti senza correre il pericolo di essere arrestati perchรฉ qualche dittatore parruccone decide di mettere al bando l’antifascismo dichiarandolo “fuorilegge”, dove non si debba essere costretti a scappare dal proprio Paese perchรฉ l’esercito vuole prelevarci con la forza per inviarci a combattere ai fronti di guerra contro la nostra volontร , e dove non si debba essere obbligati a scegliere tra l’essere ammazzati (dalla ferocia di coloni invasori accecati dall’odio religioso e dal suprematismo politico-militare imperialista) o il rinunciare a casa, affetti, identitร e radici pur di avere salva la pelle e fuggire altrove. La propulsione Motorik di questi solchi ci aiutano a immaginare un mondo diverso e migliore.










