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Recensione : V/a – Milano After Punk 1979 – 1984

Momenti di grandissimi intensità da un passato vicinissimo

V/a – Milano After Punk 1979 – 1984

V/a - Milano After Punk 1979 - 1984 - In Your Eyes EzineQuando si parla di compile di questo genere il rischio – grande – che si corre è quello di indugiare sulla retorica del “quanto eravamo belli”.

Eh già perché i diciotto pezzi di questa raccolta sono qualcosa di più di una semplice selezione ma rappresentano la voglia di suonare, ma sopratutto di uscire dal grigiore di una vita fatta di casa/lavoro/fidanzata/matrimonio/figli/morte, di un sacco di ragazzi che (guardando sopratutto all’Inghilterra) volevamo creare una propria scena nella quale sentirsi diversi dal conformismo imperante del loro tempo…rieccola la retorica che affiora. Le canzoni che troverete facendo vostro questo disco – perché dovete farlo vostro – sono tutte molto belle, per comodità ne citerò soltanto alcune, facendo però un torto alle altre, mi si perdoni se ciò vi è possibile.

Si comincia con Cosmic Desease degli Oh Oh Art che dimostrano come ci fosse chi sapeva fare (molto) meglio dei Depeche Mode, seguono i Der Blaue Reiter che in Drowning dimostrano di aver appreso meravigliosamente la lezione degli immensi Joy Division, e poi il turno della band più “famosa” del lotto ovvero i 2+2=5 che con il loro dubmix di Meeting Mc.L. ricordano i Gaznevada se non addirittura i Confusional Quartet, degli Actor’s Studio che in Brave Runner dimostrano persino di avere un potenziale “commerciale” con un esaltante strumentale che potrebbe provenire dal repertorio dei Chrisma ,dei Jeunesse d’Ivoire che in The Sea propongono atmosfere rarefatte alla Dead Can Dance per chiudere con il funky alla Talking Heads di Body and Soul degli State of Art.

Ascoltando questo disco farete molto di più che fruire di un semplice prodotto perché tra i suoi pezzi si cela – magnificamente – uno spaccato di storia, un momento irripetibile forse carico di ingenuità ma colmo di una passione debordante.

Tanto per cambiare centro pieno della Spittle Records un’etichetta che con il suo lavoro di riscoperta ci ha offerto, e spero continui a farlo, pepite di inestimabile valore. Certo che eravamo davvero belli…

 

Track List
1) Aus Decline – Goin’ a Jot,
2) Oh Oh Art – Cosmic Desease,
3) Der Blaue Reiter – Drowning,
4) Other Side – An Impossible Dream,
5) Cast of Thousand – Hit My Mum,
6) 2+2=5 – Meeting Mc.L.,
7) Monofonic Orchestra – Overground,
8) After Budapest – House You Never Lived,
9) La Maison – You Night Head,
10) State of Art – Sleeping Togheter,
11) Nobody – Blitz,
12) Actor’s Studio – Brave Runner,
13) Jeunesse d’Ivoire – The Sea,
14) Scunt – Skin,
15) La Maison – Volanz,
16) Through 12 – Be Mine,
17) Nobody – Quartet,
18) State of Art – Body and Soul

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