Partiamo con un ottimo hardcore metal, passando per un thrash death per finire con la nera purezza del black metal.
PRIMAL AGE
“Until the last breath” è il nuovo disco dei francesi Primal Age, uno dei migliori gruppi europei in campo hardcore metal. I Primal Age sono nati nell’epoca aurea di questo genere, ovvero gli anni novanta del passato millennio, dove spesso l’hardcore si incontrava molto bene con il metal e viceversa.
Arrivati ai giorni nostri i Primal Age mettono in campo un disco notevole, un suono hardcore metal senza tregua dalla prima all’ultima nota, un’aggressione sonora e fisica notevole, qui c’è tutto quello che fa ancora impazzire i fans di Agnostic Front, Biohazard, 25 Ta Life, Strife e cose vicine alla New York Hardcore. Il suono dei Primal Age non si ferma però alla nostalgia, anzi la nostalgia non c’è proprio, infatti nel disco si riesce a fondere molto bene assieme nuovi suoni e vecchia impostazione.
L’hardcore è molto presente ed è la struttura portante della situazione, e il metal ha quasi pari importanza in tutto ciò, e il risultato di questo suono è notevole, una miscela esplosiva di un qualcosa che è sempre presente sotto le braci e prende fuoco e devasta tutto in un attimo. Gli imponenti giri di chitarra, la batteria con doppia cassa, il meraviglioso cantato., il basso che gira incessante, le pause, le riprese e le sfuriate, qui tutto è fatto benissimo, con un gran bel suono e nella maniera più credibile e appassionata. I Primal Age rappresentano quel suono metallic hardcore o hardcore metal se si preferisce, che viene dalla strada e che cresce impetuoso nota dopo nota, in un continuum che in ogni canzone ha una sua tappa ed un suo significato.
Si sentono molto nel disco anche gli echi di gruppi come i Lamb Of God, che in quanto ad hardcore e metal ne sanno molto. Un disco molto bello, una delle punte più alte del metallic hardcore attuale, che sta vivendo da qualche tempo una nuova fase fertile, ma che difficilmente raggiunge picchi come questo. Una conferma e un disco da sentire ad alto volume.
XENOS A.D.
“Reqviem for the oppressor” su My Kingdom Music è la nuova opera degli italian Xenos A.D., che dal 2019 fanno un thrash metal con venature death di altissima qualità, e lo confermano con questo ottimo disco. La tematica principale di questo disco è la guerra nelle sue svariate sfumature, la sua azione distruttiva e le sue conseguenze in molti ambiti.
Molti filosofi e storici nel corso della storia ci hanno giustamente avvertito di una cosa molto importante, ovvero che se si vuole capire a fondo l’uomo bisogna studiare anche la guerra senza rifiutarla in toto, dato che nella guerra risiedono molte delle caratteristiche umane. Gli Xenos A.D. ci portano appunto a spasso fra massacri ed albe atomiche con il loro thrash tecnico e con una grande ricerca compositiva, nulla è lasciato al caso e riff dopo riff i nostri costruiscono uno dei migliori dischi thash degli ultimi anni in Italia.
Non aspettatevi nulla della nuova scuola del thrash metal, quella più sbarazzina e legata all’hardcore, qui si picchia duro come ai vecchi tempi, attualizzando un suono che picchia dagli anni ottanta fino ai giorni nostri.
Il disco è molto variegato e ha dei motivi sonori notevoli, il trio funziona benissimo e questo disco è da ascoltare tutto più e più volte per cogliere appieno la sua grandezza. Il gruppo ha le idee molto chiare e le mette molto bene in musica, riuscendo sempre a cogliere il punto. I nostri hanno suonato anche in festival molto grossi con Testament, Exodus ed altri grandi nomi, e questo disco fa capire come abbiano imparato il mestiere e stiano andando anche oltre all’ortodossia, creando qualcosa di notevole e di strettamente loro, come ad esempio si ascolta nella title track, oltre sette minuti di grande thrash e quasi prog, e fare oltre sette minuti di thrash metal interessante non è affatto cosa per tutti, anzi. Un disco potente, molto piacevole da ascoltare, con la giusta produzione ed un suono che unisce tecnica e ferocia, amore per il thrash e grande volontà di fare qualcosa di unico ed originale.
SVART VINTER
“Isvind” per Non Serviam Records è il secondo disco del gruppo romano Svart Vinter, autori di un ottimo black metal tendente all’atmosferico e debitore delle scene scandinave degli anni novanta. Il gruppo nasce da membri dl gruppo death\doom Veil Of Conspiracy, e sono attivi dal 2021.
La loro ispirazione maggiore è sicuramente la scena norvegese degli anni novanta, il big bang dal quel si è generato un certo tipo di black metal che è arrivato fino ai giorni nostri in diverse forme. Il suono degli Svart Vinter è potente, satura tutto lo spetto sonoro e porta con sé anche delle melodie notevoli che rendono il tutto molto particolare. “Isvind” è un disco tenebroso, la colonna sonora perfetta per un inverno oscuro per riprendere il nome del gruppo, un black metal classico fatto con passione, non si disdegna però di andare anche verso un black metal più atmosferico, un qualcosa che eleva maggiormente la nera ragnatela che hanno intessuto gli Svart Vinter.
Il disco è molto bello, possiede quel fascino malinconico e maledetto tipico delle opere fatte senza mediazione o compromessi, andando a buttarsi a capofitto in quello che si crede. Notevoli anche alcuni inserti musicali più lenti e meditativi come nella traccia “Last winter”, un pezzo che rappresenta molto bene le potenzialità del gruppo.
Molto buona anche la registrazione e la produzione fatta dal cantante Andrea Maggioni al Decomposed Design Studio, mentre la copertina è ad opera di Autumnal Mood Photography e rappresenta molto bene il sentimento di questo disco. Seconda prova molto buona per questo gruppo che cresce uscita dopo uscita, canzone dopo canzone, assalto sonoro dopo assalto sonoro, un gruppo pervaso da una forte vena romantica e disperata, proprio come fu per quel black metal anni novanta, e che si sta perdendo.
Spesso esce anche in sottofondo, specialmente per quanto riguarda le melodie, la loro vena death\doom soprattutto nella maniera di comporle. Un gran bel black metal.