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Recensione : Divus – Divus 3

Divus: un disco premonitore e visionario che fonde jazz, elettronica e ambient, spostando l’orizzonte della musica sperimentale.

Un disco premonitore, cupo ed abbagliante, che sposta l’orizzonte e ha una visione potentissima, figlia di due culture musicali che si scambiano tutto.

Terzo disco del duo Divus, formato dal sassofonista e fondatore degli Zu Luca T. Mai e dal musicista elettronico Luciano Lamanna. “Divus 3” per Subsound Records è la nuova avventura sonora dell’affiatato duo, che con i due dischi precedenti usciti entrambi per Boring Machines ha stupito ulteriormente chi cerca suoni fluttuanti e totalmente liberi.

Luca e Luciano hanno avuto carriere che voi umani non potete nemmeno immaginare, perché hanno scelto di vivere il suono in una certa maniera, fuggendo sempre l’ovvio come ci ha fatto vedere Luca negli Zu e nei Traum, e Luciano parte dall’elettronica come musicista elettronico, DJ e organizzatore di eventi della scena elettronica e techno, compositore e produttore coinvolto in musica hip hop, new wave, underground metal e industrial, e oltre. L’incontro di queste due entità musicali ha già partorito due ottimi dischi, e qui si arriva alla terza prova, dove si continua a fluttuare in uno stato gassoso, ora diventando qualcosa di più materiale, ora andando nettamente verso l’etereo. Rispetto alle precedenti prove i Divus rallentano leggermente il ritmo, continuano una originalissima ricerca sonora, dove l’elettronica è la struttura portante dove si collegano diversi innesti sonori per far crescere qualcosa di totalmente nuovo. Per puro esempio un brano come “F2” è molto esplicativo di cosa siano i Divus, materia sonora in sospensione, un tappeto elettronico che si apre e fa partire un sassofono che va a fasi totalmente diverse rispetto al solito al quale ci ha abituati un tale strumento. Ascoltare i Divus è come essere nello spazio profondo o dentro ad un’elica del dna di una pianta che si espande e cresce, andando a recidere nettamente i confini spazio temporali per diventare altro, continuando a scavare dentro un suono, o meglio cercando effetti diversi e altri.

Recintare i Divus in un genere è cosa assai difficile ed inutile, nel senso che un genere a volte è una debolezza, e qui ricade certamente in questo caso, non c’è un genere, forse free electro, o jazz dark ambient, e volendo c’è tanto anche del dub. Non contano i generi ma la sonorizzazione dei pensieri e delle visioni del duo, perché queste sono visioni sonore molto potenti, che prendono vita spartendosi il sassofono di Luca e l’elettronica di Luciano, formando un connubio molto ben riuscito, un’altra missione spaziale nell’universo dei Divus, che non ha lo scopo di capirlo, ma sol o quello di ascoltarlo e di gustarlo, cosa ben più importante.

Abbandonarsi al suono, immedesimarsi in un ritmo che diventa altro da sé stesso, un’alterità ambientale che sfocia in molte direzioni, un disco che non è per tutti, diretto a chi vuole un qualcosa che sia originale e che veda al di là dell’intrattenimento e dei generi, una qualità e una direzione sonora differente, ad esempio nella breve “F3” sembra quasi di cogliere echi di qualche intro dei Pink Floyd di “The dark side of the moon”, quasi psichedelia del 3000. Infatti è molto forte la componente futuristica del disco, quella visione ora considerata distopica ma molto più reale e concreta di molte altre, perché l’unione musicale fra diversi mondi è e sarà come quella tracciata in “E4”, dove un muezzin del 2340 canta in una città che non vibra per rumori ma per frequenze ed impulsi, dove il silicio si è incastrato nella pelle e vede scorrere sangue chimico su di esso, una visione della fede in un mondo che vive sottoterra per i troppo calore in superficie, che ha conservato echi di culture lontane che prima erano prettamente elettroniche mentre ora non vivono nei padiglioni auricolari come ora ma direttamente nella corteccia cerebrale. Un disco premonitore, cupo ed abbagliante, che sposta l’orizzonte e ha una visione potentissima, figlia di due culture musicali che si scambiano tutto.

 

Divus – Divus 3

 

Tracklist

1. E1 02:37
2. E2 01:59
3. E3 05:58
4. E4 04:16
5. F1 05:18
6. F2 08:39
7. F3 02:13

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