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Recensione : THEE HEADCOATS – IRREGULARIS (THE GREAT HIATUS)

THEE HEADCOATS – IRREGULARIS (THE GREAT HIATUS)

Neanche il tempo di recensire l’album-raccolta “Failure not success” (pubblicato col moniker Wild Billy Childish & CTMF) che arriva subito un altro Lp, nel 2023, firmato dallo stacanovista inglese Billy Childish, poliedrico menestrello di culto, che per questa release ha riesumato gli Headcoats, che tornano così a pubblicare un nuovo disco dopo una pausa di ben ventitré anni (risale infatti al 2000 l’ultimo lavoro sulla lunga distanza del progetto, “I am the object of your desire“).

Il nostro (anti)eroe del rock ‘n’ roll underground non ama troppo stare con le mani in mano, e quindi ecco che arriva “Irregularis (The Great Hiatus)“, uscito su Damaged Good Records, full length che nasce da un triste antefatto: la scomparsa, nel febbraio 2022, del musicista-fonte di ispirazione e collega frontman/chitarrista Don Craine (che aveva anche collaborato con Childish) evento che ha spinto Billy a riformare la line up degli anni Novanta degli Headcoats (col bassista Johnny Johnson e il batterista Bruce Brand) insieme all’ex compagno di band di Craine nei Downliners Sect, Keith Evans, per incidere un Ep commemorativo, esperienza importante a livello emozionale, e significativa al punto che il gruppo ha deciso di continuare e di portare avanti la reunion registrando (ai Ranscombe Studios a Rochester) un long plating propriamente detto.

A livello musicale, “Irregularis” si muove sulle consuete coodinate care all’artista (e lo è, anche se a lui non piace essere definito tale) del Kent, che dosa e sviscera, con la sua proverbiale sapienza da esperto artigiano, una formula ribattezzato “rhythm and beat/ drums and racket“, a base di garage rock intriso di ruvido rhythm ‘n’ blues, strutture melodiche semplici e chitarre ululanti, armoniche sguaiate, col santino del Bo Diddley beat (coverizzato in “Tub’s help out” e poi rievocato in “Oh Leader We Do Dig Thee” insieme al compianto amico Craine) a benedire l’operazione. Dalle esuberanti opening track “The Baker Street Irregulars” (opener dell’album) “Thee Headcoatitude” e la cover di Larry Bright (ripresa anche dai Downliners) “One ugly child“, passando per i singoli riarrangiati come la kinksianaFull time plagiarist” (Bill ha ammesso di “plagiare” il 50% di ciò che compone, ma sinceramente chissenefrega, quando il risultato è così buono?) e la recitata “Cops and robbers“, o “The leader of the sect” con controcanto femminile che richiama il passato-side project delle sue pupille Headcoatees, o ancora nella strumentale “7% Solution“, si avverte il ritrovato piacere di suonare insieme ai vecchi amici e traspare il divertimento e la soddisfazione di scoprire che, dopo tanto tempo, l’alchimia del gruppo funziona ancora.

Ah, mentre pubblichiamo questa recensione, è già uscito un nuovo singolo degli Headcoats. Un altro tassello che va ad aggiungersi alla sterminata produzione del prolifico Steven John Hamper, un personaggio che, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo, e sul quale mi sono già speso, in passato, in elogi sperticati, tutti meritati. Quarant’anni di coerenza, integrità e fedeltà alle proprie origini DIY e radici indipendenti, orgogliosamente “sfigati”, senza mai svendersi. Magico, instancabile Billy.

TRACKLIST

1. The Baker Street Irregulars
2. Full Time Plagiarist
3. The Ballad of Malcolm Laphroaig
4. Cops and Robbers
5. Mr H Headcoat
6. Thee Headcoatitude
7. Tub’s Help Out
8. The Leader of the Sect
9. Oh Leader We Do Dig Thee
10. One Ugly Child
11. 7% Solution
12. The Kids are All Square

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