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Recensione : The Queen Is Dead Volume 28 – Australasia Milano Undiscovered By Fred Ventura Windopen

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The Queen Is Dead Volume 28 – Australasia Milano Undiscovered By Fred Ventura Windopen

Australasia

Australasia

Australasia è un gran bel progetto che spazia dal post rock al blackgaze, con incursioni nell’ambient, nella psichidelia e in tanto altro. Ciò che rimane scolpito nelle nostre orecchie ascoltando i lavori, sin dal primo disco Sin4tr4 del 2012, è una cifra stilistica molto importante, un vivere la musica in maniera molto originale, spaziando in alto e non cercando di sgomitare in basso. Il cielo è una cupola che riflette colori, sogni e tragedie di chi sta sotto e prova a vivere, senza scadere nella mera sopravvivenza, e questa musica prova proprio ad elevare lo spirito, ad essere un consolamentum per riuscire a sopportare il quotidiano.

Addentrandosi nel loro fornito bandcamp si possono sentire cose davvero notevoli, come la cover del tema di Twin Peaks, telefilm fondamentale per chi ha una certa età e non solo.

Il secondo disco sulla lunga distanza Notturno è un’ulteriore maturazione del loro suono, che acquista ancora di più un senso onirico e di calda accoglienza. Un’altra grande peculiarità è l’ottimo bilanciamento fra tenebre e luci, fra speranza e disillusione. Perdere è una traccia del maggio 2021 che testimonia della continua maturazione del progetto fino ad arrivare all’ultima uscita, la bellissima cover in download libero Please Please Let Me Get What I Want, uno dei sommi capolavori degli Smiths.

E proprio questo sentire un pò gotico anni novanta è uno dei cardini di Australasia, e in questo rifacimento c’è tutto, la terribile bellezza del post rock che sfuma nelle tenebre.

Un progetto molto molto interessante, una delle cose migliori in Italia in ambito post e gaze, ma bisogna sentirli per capire bene, lasciarsi abbracciare ed immergersi con loro.

The Queen Is Dead Volume 28 - Australasia Milano Undiscovered By Fred Ventura Windopen - In Your Eyes EzineCambiamo radicalmente tempo, genere e frequenze. Il selezionatore, e autentica leggenda della Ital Disco,  Fred Ventura, produttore e già batterista con i gruppi punk e new wave An Incoerent Psyche e Le Jour Prochaine, ci porta per mano nella Milano Undiscovered della Ital Disco, genere spesso bistrattato ma che regala ottimi spunti e sopratutto pezzi a cui non si può resistere.

L’Italo Disco nacque in Italia nei primi ottanta, per poi espandersi prima in Europa e poi nel mondo, tanto da diventare uno dei generi più ballati nei dancefloors di tutto il globo. In quell’epoca la discoteca era un tempio nel quale quasi tutti prima o poi entravano, vi erano molte più discoteche rispetto ad oggi, e molte erano aperte anche nei pomeriggi settimanali. Si ballava con pezzi prodotti molto bene, come possiamo ascoltare in questi dieci inediti masterizzati ed editati dalle cassette originali da Andy Tirrell.

In questi inediti raccolti fra il 1982 e il 1986 c’è tutta la dirompente forza dell’Italo Disco, figlio bastardo del post punk, e di una decadenza percepita da molti in quegli anni che dovevano essere spensierati ma che nascondevano molte tenebre. Molte di queste ultimi sono condensate in queste tracce,e nei synths che rimbalzano nelle casse e nelle strade milanesi, poiché la raccolta fa riferimento a solisti, gruppi e produttori meneghini. L’elettronica contenuta in questo disco è qualcosa di assai diverso dall’elettronica alla quale siamo abituati in questi anni; in Milano Undiscovered possiamo scoprire tanta melodia, un uso incredibile dei primi macchinari, drum machines fantastiche e sopratutto un uso ancora imbattuto della melodia. Rispetto a tante altre raccolte Italo Disco, questa su Spittle Records di Firenze che è una grande etichetta di ristampe di alta qualità, in questa incontriamo l’Italo Disco maggiormente legata al post punk e alla new wave, il tutto con grande fantasia e con grandi ammiccamenti anche a cosa stava succedendo in campo elettronico oltreoceano, anche se forse era l’Italo Disco ad influenzare gli americani e non il contrario.

Un  documento altamente ballabile ancora oggi, anzi è decisamente avanti anche nei nostri tempi superbi. Giusto per dirne uno, un pezzo come No Monsters di Marisco è qualcosa di incredibile anche nel 2021.

Documento importantissimo e di grande valore di un’epoca che stupisce e continua a far ballare, perché in questi pezzi c’è davvero qualcosa in più, e quel qualcosa in più lo coglie molto bene Fred Ventura che ci porta in una Milano che rischiava di rimanere sconosciuta e che ci stupisce con un’elettronica molto godibile e realmente originale.

Windopen

Windopen

Ultimo disco per questo numero di The Queen Is Dead, e altro giro in casa Spittle Records, con i Windopen e il loro Quando i baci erano fiocchi. I Windopen furono un gruppo rock con venature punk che operò a Bologna in un momento molto caldo, quello a cavallo tra la fine degli anni settanta e inizio anni ottanta, tra bombe, pistole, autonomia e radio libere. I Windopen furono fondati fra gli altri anche da un giovanissimo Tiziano Terzani, che poi vedremo anche nei Litfiba. Il gruppo bolognese canta in italiano e ha un tiro micidiale, ha qualcosa del power pop, melodie molto belle e tantissima attenzione ai ritornelli e alle melodie.

Quando i baci erano fiocchi è un album che si potrebbe definire il capolavoro dell’ital pop, la risposta italiana preventiva al brit pop di Oasis e compagnia. Canzoni entusiasmanti e bellissime come Brutte Storie le avrebbero volute scrivere in tantissimi, e ci si può anche sentire il futuro del rock nel nostro paese. Ad esempio il primo Ligabue viene da queste note, e forse i Windopen sono un gruppo che ha ascoltato o forse no, sicuramente questo disco è un gigante nel rock italiano, una gemma nascosta che la Spittle ha recuperato dall’oblio.

All’epoca il gruppo ebbe anche un certo successo commerciale, erano sicuramente altri tempi, e ascoltando il disco non ci si può stupire che fossero contesi da diverse etichette discografiche. Il disco è composto interamente da inediti, registrati nella cantina di via San Vitale 13 a Bologna e rimasterizzati in seguito in tutta la loro bellezza. E non è poca.

 

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