The Gatherer è il terzo disco uscito per il combo chiamato “A-Sun Amissa”.
L’album si presenta come baluardo di musica espansa pregna di moduli sonori interessanti che, presi nella molteplicità e nella policromia minimale estesa, giungono a partorire una massa gigantesca di sensazioni sulla pelle dell’ignaro ascoltatore.
E’ pur vero che A-Sun Amissa ha ampliato i suoi registri sperimentali, e probabilmente anche le proprie ambizioni, tentando un’opera di maggior peso sia in fase creativa che espressiva, cioè, tramite la partecipazione di molti e quotati musicisti che dall’avvicinamento di strumenti musicali tradizionali a nuove tecnologie, creando un approccio ossimorico degno di Eugenio Montale.
Il sapore ricavato dall’ascolto è molto A-Sun, nel senso di privo di sole, quindi, come è già indicato nel nome del combo, ci avventuriamo in sentieri che hanno a che fare con scure atmosfere concentrate nell’introspezione free di panorami sonori, fruendo del flusso ingegnoso di detta musica concettuale.
I 4 monolitici pezzi definiscono la virata artistica della band, incidendo partiture che suonano quali improvvisazioni di temi via via sviluppati, mantenendo fermo però uno spirito unitario di ambiente che si frammenta e si trasforma sugli innesti di volta in volta suggeriti dallo strumentista, quindi, in progressione, dal lavoro collettivo.
L’attitudine free a comporre in dato modo permette a ciascuno di dire la propria, ma è sicuro che un regista, una guida, una mente supervisore deve mostrare un pattern, meglio dire un’ossatura, anche se questa va decalcificandosi lentamente lungo il progressivo sviluppo di ogni brano, e tale persona è Richard Knox: inglese, classe 1980, figura poliedrica e in continuo divenire, ha costituito più progetti musicali (Shield Patterns, The Rustle of the Stars, Glissando) e suonato in molti altri sia come collaboratore che come guest, non solo, oltre ad essere polistrumentista è anche produttore, ha una sua casa discografica, la Gizeh Records, è fotografo, designer, cantante, produttore, ingegnere del suono, addetto al missaggio e certo altro ancora.
Tornando all’album, la musica risulta più di un sottofondo musicale, più di una soundtrack pensata per immagini prefigurate, l’idea di questo plus è velatamente seducente e la si sente sconfinare nel free jazz, libero ed aperto, e nella musica sperimentale.
Così “Colossus Survives” vive di tutto ciò con delicatezza all’abbandono, ricreando lo scontro incontro di particolari visioni musicali dedite a traghettare il pensiero nel risucchio atmosferico dei pattern sonori. Emozionanti stridori di anime in motion che, come la poesia, non retrocedono mai.
“Anodyne Nights For Somnolent Strangers”: altra visione posturale prossima all’etereo; decostruzione di castelli in aria passati al negativo della pellicola, scosse al basso ventre di seghettii dell’anima, tese tensioni metalliche torse nella dissertazione della formula onirica battente mista al candore atroce della tortura cinese, tra sonno e veglia, incubando un post incubo spaesato al sapor di drone.
“Jason Molina’s Blues”. Eternare Jason Molina all’interno di questo brano senza tempo è quanto di più bello potesse omaggiarne la memoria; qui le forze si tramutano in sentimento, il sax evapora blues, sensazioni turnoff impediscono di uscire da tale mood, il coma musicale ci avvicina a Jason. Requiem di bellezza allucinante, canto di asfodeli purpurei animati dal vento esistenziale.
“The Recapitulation” è il passo finale e non poteva che essere misurato su toni cupi e dronici; l’anelito vitale persiste, ma l’abbandono sciamanico straniante fa intendere dove è che stiamo andando, forse verso la noosfera.
Tale tesoro musicale viene a noi grazie alla Consouling Sounds, etichetta belga che esplora luoghi della musica legati ad una espressività difficile, cupa, dura, scura.
Comparso il 27 di aprile è qui per farci ascoltare la sua possanza in divenire.
TRACKLIST
I • Colossus Survives (8:59)
II • Anodyne Nights For Somnolent Strangers (14:15)
III • Jason Molina’s Blues (10:47)
IV • The Recapitulation (11:52)
LINE-UP
Aidan Baker – vocal • flute
Claire Brentnall – clarinet
Angela Chan – viola • vocal
Richard Knox – electric gtr • field recordings • electronics • processing & fx
Aaron Martin – cello • singing bowl
David McLean – saxophone
Frédéric D. Oberland – electric gtr • piano Gaveau • mellotron • hurdy-gurdy • pocket piano • processing & fx
Owen Pegg – electric gtr • processing & fx
Colin H. Van Eeckhout – vocal • hurdy-gurdy
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