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Recensione : Stoop – Freeze Frames

Stoop - Freeze Frames: Gli Stoop (Diego Bertani, Carlo Pinna, Fabrizio Bertani, Marco Ponzi, Simone Benassi, Marco Parmiggiani) vengono da Regg...

Stoop – Freeze Frames

Gli Stoop (Diego Bertani, Carlo Pinna, Fabrizio Bertani, Marco Ponzi, Simone Benassi, Marco Parmiggiani) vengono da Reggio Emilia, hanno già un album alle spalle (Stoopid Monkeys In The House, 2008) e una interessante carriera live costellata di concorsi vinti. Ora, a distanza di tre anni dal precedente lavoro, tornano con questo Freeze Frames, album compatto e corposo, orientato su sonorità alternative rock di matrice europea.

Un tenue e pacato Intro lascia presto spazio a Our Modern Assaults che, tra ritmiche e arpeggi tendenti al cupo e all’inquieto, si apre in ritornelli esplosivi. Migrations lascia spazio al basso, vibrante e incisivo, per poi inserire chitarre urgenti, spazi sonori delicati e rarefatti, voci al limite del tetro. Machine distende i nervi, aprendosi alla quiete e alla dilatazione sonora (nonostante le comunque presenti increspature) mentre Trainwrecks, leggermente più incolore, si fa trasportare dalle chitarre e dalla tromba, creando una sorta di melodia ipnotica e costante. Fever Is A Ghost prosegue partendo da chitarre acustiche, fino a sfrecciare tra ritmiche di batteria, cori, arrangiamenti di synth e tromba. Remote cresce con dolcezza, partendo quasi in sordina, fino a sfociare in un finale vibrante ma mai eccessivo (come del resto la successiva 10000 Bugs, altrettanto quieta e in lieve crescendo). Freeze Frame continua tra melodie morbide e coinvolgenti, lasciando agli strumenti campo libero e alla successiva In The Cave il compito di proseguire tra sonorità pacate e al limite del malinconico. A concludere, infine, ci pensa We Carry The Fire (Ulisse Tramalloni alla batteria, Julie’s Haircut) avvolgendo completamente, fino ad esplodere nel finale.

Gli Stoop convincono e conquistano. Le canzoni ci sono, sono ben costruite, suonano bene e si lasciano apprezzare senza grandi difficoltà. Il suono complessivo è compatto e corposo, i testi, anche se in inglese, non deludono (come del resto la pronuncia). Forse si può lamentare una certa monotonia complessiva o una troppo presente derivazione sonora (dEUS su tutti).

Insomma, i sei reggiani la sanno lunga. Noi, sperando che mettano mano alle poche cose ancora fuori posto, non possiamo fare altro che consigliarveli.

- Stoop - Freeze Frames

TRACKLIST:
01. Intro
02. Our Modern Assaults
03. Migrations
04. Machine
05. Trainwrecks
06. Fever Is A Ghost
07. Remote
08. 10000 Bugs
09. Freeze Frame
10. In The Cave
11. We Carry The Fire

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