Steeplejack – Dream Market Radio

Dire che gli Steeplejack siano gli stessi del 1988 sarebbe un errore e francamente, visto il lasso di tempo intercorso, non sarebbe neanche generoso nei loro confronti, resta il fatto che questo album ce li riconsegna in buona forma

Steeplejack – Dream Market Radio

Ricordo che quando uscì il primo ed unico album degli Steeplejack, “Pow Wow”, precedette di qualche mese quello dei Birdmen of Alkatraz, “From the Birdcage”.

La stampa specializzata e le fanzine incensarono (giustamente) entrambi i dischi e questo convinse me ed un mio amico ad acquistarne uno per uno per poterceli poi passare vicendevolmente su cassetta.
Io acquistai i Birdmen of Alkatraz e il loro album mi piacque subito moltissimo, grazie ai suoi pezzi profondi quanto scorrevoli, mentre quando mi giunse la cassetta con la registrazione degli Steeplejack fui un po’ dubbioso: i pezzi erano lunghi e difficili e non subito entrarono nella mia testa di diciannovenne, impiegarono anzi un parecchio tempo ma, quando lo fecero, fu amore incondizionato.
Credeteci, anche se nel frattempo ho acquistato “No One’s Land”, uscito alcuni anni orsono per la Spittle Records e contenente tutto lo scibile sulla band, conservo ancora quella cassetta.
E quindi con molta sorpresa che ho accolto la notizia che gli Steeplejack, dopo un quarto di secolo, sarebbero tornati ad incidere un disco.
Su Dream Market Radio c’è tutto quanto potreste aspettarvi dal gruppo: la grinta lisergica dei 13thFloor Elevators (The Matter of Dreams), la malia sognante (There Was a Time), i continui cambi di ritmo spiazzanti (The Horse of the Knight Errant), il garage-blues inaspettatamente grintoso (Gallows Pole), le atmosfere barrettiane (Longitudes and Latitudes e Song for the Last Level Crossing), il trip cosmico (A Story from the Wright Bros.), il pezzo per il quale avrebbero dato oro bands quali Loop, Spacemen 3 o i primi Primal Scream (Behind the Sun), il blues psichedelico (Satisfied) e la struggente melancolia acustica (Wild Oat and Stones).
Il quarto lato del disco è invece composto da tre pezzi lunghi e sperimentali che ,per quanto mi riguarda,non sono ancora riuscito a metabolizzare, forse ho bisogno, come mi accadde in passato, di ulteriori ascolti.
Dire che gli Steeplejack siano gli stessi del 1988 sarebbe un errore e francamente, visto il lasso di tempo intercorso, non sarebbe neanche generoso nei loro confronti, resta il fatto che questo album ce li riconsegna in buona forma e colma, anche se solo in parte, quel piccolo grande buco che si era creato nel mio cuore e che il mini-lp del 2006 non era riuscito a riempire.

Tracklist:
1. THE MATTER OF DREAMS
2. THERE WAS A TIME
3. (THE HORSE OF THE) KNIGHT ERRANT
4. GALLOWS POLE
5. LONGITUDES AND LATITUDES
6. A STORY FROM THE WRIGHT BROS.
7. BEHIND THE SUN
8. DREAM MARKET RADIO
9. LADYBIRD
10. SATISFIED
11. SONG FOR THE LAST LEVEL CROSSINGS
12. WILD OAT AND STONES
13. ALL THE TIME ALL THE TIME ALL THE TIME
14. KANDY KORN
15. DAM

Line-up:
Maurizio Curadi
Elio Gavarini
Alessandro Tellini

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