Torniamo con grande gioia a parlare di una delle etichette del sottobosco musicale italiano e più precisamente ligure, ovvero di Musica Orizzontale, una delle parabole più interessanti ed eretiche uscite dall’estremo ponente ligure.
E questo disco è il ritorno discografico di una delle colonne portanti di questa avventura, parliamo di sonno. e il suo nuovo lavoro “Supervoid”. Sonno ha sperimentato molto nell’ultimo periodo e ne abbiamo parlato anche sulle nostre pagine. Le sue sperimentazioni non sono finite tutte su supporto fonografico e hanno fluttuato libere, fino ad arrivare a contribuire a questo disco, uno strano oggetto sonoro.
Il produttore ponentino ci aveva abituati ad una concezione di musica davvero lontana da quella abituale, e qui va ancora oltre, molto oltre. “Supervoid” è uno spazio vuoto, supervuoto come lo definisce lui stesso, il flusso di scarti che la nostra realtà produce, come quando vi mettere dietro le casse che stanno facendo uscire musica e da dietro la questione è totalmente diversa, totalmente. Nel flusso di suoni di sonno. questa volta i suoni si amalgamano maggiormente, c’è uno scorrere differente, un insinuarsi di struttura nel vuoto.
Ci sono persino pezzi quasi cantati, con una voce che ti entra dentro e scava, anche perché i suono che sono sotto, sopra e intorno a questa voce sono incubi, frattali di coscienze fuse assieme, uno stridio sull’asfalto là dove c’è stato sangue, un addio fra luci al neon e una ricerca della gioia fuori da quella porta.
Il cantato è molto particolare, è un narrare diversamente, un’urgenza del dire, di parlare, dolore liquido. “ Megaparsec” condensa in poco più di due minuti tantissime cose, dalla intro in stile idm, suoni ambient come non li avete mai sentiti fino ad un cambio totale, un cantato con base elettronica, un testo bellissimo, un vuoto che si riempe svuotandosi.
La successiva “ Dimenticare” potrebbe essere il manifesto di questo lavoro e del suo stile autodefinito post death pop che lo identifica in pieno; qui si parla di vita, noia e di un futuro che forse è meglio non pensarlo, sempre accompagnato da grandi suoni, perché sonno.in primis è un grande pensatore e produttore di suoni sempre bellissimi. “Effetteo Sachs-Wolfe” in natura è un qualcosa di complicato che riguarda la radiazione cosmica di fondo, ma qui è una canzone sulla perdita, vista sempre con un’angolazione particolare, dato che sonno. è in un certo modo un cantore blues, malinconia e dolcezza. “ Supernova ft.Gelogelido” è un pezzo che si muove senza che te ne accorgi, una conferma che sonno. produce la voce con cadenze rap, quasi trap qui, dato che Gelogelido vie da lì, e fa una strofa clamorosa, che ti apre il cuore in due, un pezzo clamoroso vero post death pop, qualsiasi cosa voglia dire è qui.
Chiude il tutto “(non è un sogno) è un ricordo” vero e proprio pop che parte dagli anni novanta e primi duemila italiani per passare sopra le nostre teste ed andare oltre, alla ricerca di bellezza oltre la noia, di pace dopo il dolore, sempre con un testo contundente. Il tutto finisce in un vortice, come finiremo noi. E i secondi dopo la fine del disco fanno parte essi stessi del lavoro, lo arricchiscono, ma questi non sono nel disco sono nella nostra testa, che non riesce ad abbandonare i supervuoti e si rifugia nel primo di essi : il silenzio.
Un capolavoro oltre i generi, un liquido che riempie i vuoti, dentro e fuori.