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Recensione : Raum Kingdom – Raum Kingdom

Questo EP dei Raum Kingdom è davvero un piacevole ed inatteso regalo per i fan dello sludge metal

Raum Kingdom – Raum Kingdom

I Raum Kingdom si manifestano al pubblico nel migliore dei modi in occasione del loro EP d’esordio autointitolato.

La band irlandese propone infatti un convincente post hardcore-sludge che poco ha da invidiare ai nomi più in voga della scena, rispetto a quella che, in certi casi, è divenuta solo una riproposizione didascalica e formale di queste sonorità.
Colpisce l’intensità che scaturisce da ogni traccia e che non si traduce solo in rabbia ottundente ma trova il suo compimento in strutture ricche di pathos e capaci di tenere incollato l’ascoltatore pur nell’oggettiva difficoltà di fruizione dei brani proposti.
La traccia iniziale Wounds, come il titolo suggerisce, apre una prima ferita sulla quale verrà cosparso ulteriore sale, passando per l’invettiva di Cross Reference, fino ad arrivare al brano cardine del disco, quella title track che si rivela uno degli episodi più profondi ascoltati nel genere di recente e capaci di squassare i timpani in un finale difficilmente descrivibile a parole, con le sue distorsioni devastanti volte ad erigere un definitivo muro di incomunicabilità.
Non è un caso, ritengo, che le band irlandesi riescano puntualmente a proporsi in maniera molto peculiare anche in generi nei quali il più pare essere stato detto e fatto, e non credo dipenda neppure dalla particolare aria che lì si respira, quanto da quel senso di orgoglioso distacco dai vicini britannici che pare spingere gli abitanti dell’isola verde a fare le cose in maniera non necessariamente migliore, ma sicuramente diversa.
Questo EP dei Raum Kingdom è davvero un piacevole ed inatteso regalo per i fan dello sludge metal, a questo punto sarà interessante scoprire cosa potrà avere in serbo il quartetto irlandese in occasione del primo passo su lunga distanza.

Tracklist:
1. Wounds
2. Barren Objects
3. Cross Reference
4. These Open Arms
5. This Sullen Hope

Line-up:
Ronan Connor – Bass
Mark Gilchrist – Drums
Andrew Colohan – Guitars
Dave Lee – Vocals

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