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Non chiamatelo Stoner – Intervista con Davide Pansolin

Una conversazione con Davide Pansolin, autore in tempi recenti di due libri editi da Tsunami che meritano di trovare spazio negli scaffali dei lettori di In Your Eyes.

Non chiamatelo Stoner – Intervista con Davide Pansolin

Il savonese Davide Pansolin è stato autore negli ultimi due anni di altrettanti interessanti libri pubblicati da Tsunami Edizioni: con il primo, Veleno Sottile (2022), si è cimentato con successo nella biografia degli Screaming Trees vista attraverso la lente d’ingrandimento di Gary Lee Conner, mentre con il secondo nonché fresco di uscita, Kiss The Sun, ha realizzato un esaustivo compendio di quello che viene unanimemente conosciuto, almeno dalle nostre parti, come stoner ma che, in realtà, qui viene trattato con il più appropriato appellativo di heavy psichedelico. Tutto ciò ha rappresentato il pretesto per fare una chiacchierata con quello che, anche grazie alle sue attività prima come animatore di una storica fanzine come Vincebus Eruptum e poi come gestore dell’omonima etichetta discografica, può essere a buon titolo considerato uno dei massimi esperti italiani in materia.

Ciao Davide e grazie per la tua disponibilità. Cominciamo col fare un passo indietro partendo dal momento in cui desti vita alla fanzine Vincebus Eruptum, un evento che è strettamente connesso con la stesura del tuo ultimo libro.

Ciao! E grazie per il tempo che mi stai dedicando!
Tornare al momento in cui decisi di partire con l’avventura di Vincebus Eruptum significa fare un bel salto nel passato, cioè di circa 25 anni! Sinceramente mi sembrano tanti… eh eh …Comunque, intorno al 1997/98 mi balenò l’idea di trasformare una piccola fanzine chiamata Snort in qualcosa di più professionale e, soprattutto, completamente focalizzato sulla musica che più amavo all’epoca, cioè l’heavy-psych dei Kyuss, dei Monster Magnet, dei The Heads, dei Nebula…e di tanti altri. Sulle riviste dell’epoca (Rockerilla, Rumore, etc.) si iniziava a parlare di quel tipo di musica in maniera un po’più esaustiva, ma non mi bastava e quindi decisi di farmi il giornale che mi sarebbe piaciuto leggere.
Questo fu possibile grazie agli amici di Vinyl Magic, che supportarono la mia folle idea e decisero di produrne in toto la pubblicazione! Non smetterò mai di ringraziare Giorgio Pagnacco, Sergio Pagnacco e Beppe Badino, perché senza di loro questa avventura non sarebbe mai potuta andare avanti! Nel 1999 uscì quindi il primo numero di Vincebus Eruptum… il numero zero.

Il tuo primo libro è stato Veleno Sottile. La storia degli Screaming Trees, un’idea sviluppatasi a seguito del tuo scambio epistolare con Gary Lee Conner. Come hai conosciuto il maggiore dei fratelli Conner?

L’ho conosciuto solo in maniera epistolare, purtroppo, ma prima o poi probabilmente lo incontrerò. Comunque l’ho conosciuto proponendomi per pubblicare su vinile, tramite la mia etichetta, il suo magnifico disco Unicorn Curry nel 2019. Lui apprezzò il mio modo di lavorare con gli artisti, totalmente incentrato sulla passione per la musica. Da lì in poi si creò una sorta di amicizia che portò alla pubblicazione di ulteriori due dischi (la compilation di pezzi precedenti mai pubblicati sotto il titolo The Microdot Gnome nel 2020 e Revelations In Fuzz nel 2021) e soprattutto allo scambio di moltissimi pensieri ed esperienze che confluì nell’idea di scrivere un libro sugli Screaming Trees, il primo mai scritto sulla band di Ellensburg.

Restando a Veleno Sottile, sono certo che tu abbia letto Sing Backwards and Weep, l’autobiografia di Mark Lanegan. Si tratta di un libro che francamente mi ha colpito per la crudezza del racconto e per l’amaro disincanto che traspariva dal resoconto di una vita devastata dalle dipendenze. Per quanto riguarda la parte riguardante gli Screaming Trees emergono non poche discrepanze tra la ricostruzione degli eventi proveniente da Conner, e da te poi raccolta e sintetizzata, e quella di Lanegan. Dove sta effettivamente secondo te la verità?

Ovviamente ho letto il libro di Mark, e per essere sicuro di averlo capito bene, ho letto sia la versione originale che la traduzione in italiano. Nonostante le “cattiverie” che Mark ha scritto su Gary Lee e sugli anni con la band che gli ha permesso poi di diventare il Mark Lanegan che in tanti amiamo, adoro quel libro! Per la durezza e per il fatto che lui abbia trattato male Gary Lee, come ha trattato male se stesso…
La verità penso stia nel mezzo: senza Gary Lee e le sue canzoni gli Screaming Trees non sarebbero mai esistiti, ma allo stesso tempo che il magnifico chitarrista non fosse veramente un tipo semplice da sopportare.
Quella strana alchimia ha comunque creato album magnifici e, a mio avviso, inarrivabili!

Arriviamo a Kiss the Sun. In questo caso, qual è stata la molla che ti ha spinto a scrivere un vero e proprio compendio riguardante lo sviluppo dell’heavy psichedelico?

La vera molla è stato voler chiudere quel cerchio iniziato 25 anni prima. Piuttosto che fare un numero conclusivo di Vincebus Eruptum, ho preferito scrivere un libro.

In fase introduttiva affermi che la definizione spesso affibbiata al genere, ovvero stoner metal, è a tuo avviso errata se non fuorviante. Vuoi spiegarcene il motivo?

L’heavy-psych è la commistione tra lo spirito psichedelico e l’hard-rock che nacque a fine anni ’60, oltre alle spore dell’hardcore di fine ‘70: il metal non c’entra nulla.

Come abbiamo visto, mentre Veleno Sottile era di fatto una biografia, Kiss the Sun è invece un saggio. Quali sono le differenze maggiori che hai riscontrato al momento della stesura delle due opere?

Scrivendo i libri non mi sono accorto di queste differenze. Una volta trovato lo story-telling, per me scrivere Kiss The Sun è stato più facile: in parte è autobiografico e in parte è stato davvero da me vissuto intensamente.

Perché un titolo come Kiss The Sun?

Perché dovevo trovare un titolo alternativo a quello che Tsunami non accettava, ossia il “Ma non chiamatelo stoner”. Mi sarebbe piaciuto usare il nome di una canzone, d’altronde come per Veleno Sottile. Ho scelto Kiss The Sun dei Core perché è una canzone bellissima e significativa di una band poco conosciuta. E poi mi piace il significato e come suona…

Anche se immagino già la risposta, qual è la band che a tuo avviso è stata la più importante nell’economia dello sviluppo del movimento heavy psichedelico?

Senza dubbio i Kyuss…era di loro che sospettavi, vero? Ma anche i Monster Magnet, che negli anni ’90 hanno fatto degli album splendidi! E tanti altri…

Come sai anch’io sono reduce dalla scrittura di un saggio musicale per Tsunami; le due pubblicazioni hanno in comune la scelta di utilizzare una suddivisione per aree geografiche oltre che l’evidente scopo divulgativo. Mentre nel mio caso il funeral doom, anche per la sua minore diffusione, è stato affrontato dalle sue prime manifestazioni fino ai giorni nostri, tu hai scelto di trattare l’heavy psych escludendo di fatto quanto accaduto nel nuovo millennio. Si tratta solo di una mera questione di spazio, visto che la disamina di un ulteriore ventennio di storia avrebbe comportato uno sviluppo troppo voluminoso dell’opera, oppure ci sono anche altri motivi legati al diverso peso specifico della musica prodotta in passato?

Appena ho iniziato a leggere di recente il tuo libro mi sono accorto da subito della somiglianza nell’approccio. Sono rimasto sorpreso positivamente della cosa! Io mi sono fermato al 2000 per due motivi: il primo è quello che tu hai evidenziato, cioè il fatto che ci sarebbero volute almeno 600 pagine…ma il vero motivo è che la scena heavy-psych moderna, o stoner come ormai viene comunemente chiamata, mi ha sinceramente stufato. Uno dei motivi per cui ho chiuso Vincebus Eruptum era proprio il non aver più voglia di scrivere di band e recensire album che non mi affascinano più… troppo uguali gli uni agli altri e poco fantasiosi. Ovviamente sto generalizzando, perché dischi buoni del genere stanno uscendo ancora nel 2024, ma non abbastanza da scriverci un libro.

Ritieni quindi che la spinta propulsiva del movimento si sia in qualche modo esaurita oppure c’è la possibilità di una rinascita, magari attraverso la contaminazione con altri generi?

Non lo so proprio… ma la contaminazione di un genere già di suo contaminato è un’opzione che non vedo interessante come spinta propulsiva. Non penso che non ci sarà una rinascita, perché non c’è stata una morte… diciamo piuttosto un inaridimento di passione.

Hai già avuto qualche feedback da parte di musicisti o gruppi da te menzionati nel libro?

Sì! Finora praticamente tutti si sono dichiarati entusiasti, a parte un unico caso isolato, di cui preferisco non parlare… ma probabilmente c’è stato un misunderstanding linguistico, nonostante siano italiani… eh eh…

A proposito, leggendo Kiss the Sun e anche raccogliendo voci passate riguardanti Josh Homme, non pare proprio che il biondo leader dei Queens of the Stone Age ed ex-Kyuss sia uno dei personaggi più simpatici della scena. Hai avuto anche tu la stessa percezione, magari tramite qualche testimonianza diretta da parte dei suoi colleghi?

Penso anche io. Anche lo scioglimento dei Kyuss, pur essendo giustificabile dal punto di vista del successo, non è stato molto carino…se si leggono le parole di Brant Bjork e degli altri emergono proprio queste sfumature.

Personalmente ritengo che la scrittura di un libro sia stata per me un’esperienza irripetibile, mentre mi pare che tu invece ci abbia preso gusto. Questo mi fa pensare che Kiss the Sun non sarà certo l’ultima fatica letteraria firmata da Davide Pansolin, o mi sbaglio?

Sto scrivendo un terzo libro, basato sulla storia di Rockerilla… diciamo il mio terzo tributo alla mia passione smisurata per la musica…prima gli Screaming Trees, ossia una delle band che amo di più in assoluto, poi l’heavy-psych, ossia il genere di cui ho scritto per 25 anni, infine Rockerilla, ossia la rivista che mi ha formato musicalmente!

Concluderei dandoti la possibilità di indicare ai lettori di In Your Eyes i canali presso cui può essere acquistato Kiss The Sun, oltre a fornire i dettagli delle prossime presentazioni del libro.

Il libro è reperibile sul sito Tsunami e in tutti i canali standard di acquisto dei libri, sia fisici che on line, perché la casa editrice di Eugenio e Max è distribuita molto bene! Se nei negozi non è presente in quel momento, si può agilmente prenotare e poi ritirare.
Infine… qualche copia ce l’ho anche io… quindi esiste anche il canale dell’autore, soprattutto durante le presentazioni che sto cercando di organizzare in giro, grazie agli amici!
Le prossime presentazioni in presenza dove potete trovare il libro?
16 novembre al Raindogs di Savona, in apertura al concerto di Black Elelphant e Burn The Ocean
7 dicembre al pomeriggio presso il negozio di dischi Purple a La Spezia
7 dicembre alla sera presso il locale Surfer Joe di Livorno

Spero di aggiungerne altre….

Grazie Stefano! Grazie a In Your Eyes Zine! Grazie ai lettori!

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