Ritorno dell’ex bassista degli Infection Code Enrico Cerrato in arte Petrolio con un nuovo lavoro intitolato “Petrolio” su Toten Schwan Record, in formato fisico ed in offerta libera in digitale.
Il disco è la colonna sonora del film breve “Film fantasma” di AkAb alias Gabriele di Benedetto, un progetto molto interessante di Carboluce.
“Respira” è la colonna sonora, ma non è solo quello è un qualcosa a sé stante, una curvatura spazio temporale che permette grazie alla sua distorsione di cogliere qualcosa che normalmente ci è celato. Molte persone a ragione possono pensare che la musica elettronica sia un mezzo per intrattenere o musicare film, e certamente queste sono fra le funzioni vitali dell’elettronica di consumo; esiste tuttavia un’altra elettronica, qui rappresentata alla perfezione da Petrolio, che usa le macchine, preme sul silicio per compensare e andare oltre i limiti umani, Attenzione, non è transumanesimo o la volontà di mostrare qualcosa che non possiamo vedere o sentire, ma scoprire piani differenti delle dimensioni che ci circondano e nelle quali viviamo altre possibili vite.
“Respira” è un frequenza che sblocca parte delle nostre funzionalità cerebrali che non usiamo quasi mai, e ci mostra altre dimensioni, ci porta in pieghe sconosciute di altre realtà, dove noi siamo sempre presenti ma siamo diversi, e la nostra presenza può essere assenza o anche solo alterità.
Petrolio è un novello Gustavo Rol (no, non è un musicista e forse no era come noi e voi), che ci fa vedere cose che non possiamo vedere e vivere, che ci fa entrare in altre frequenze grazie ad un ambient drone di altissima qualità. Abbandonate la confortante idea di musica, e se avete già sentito Petrolio o seguite la Toten Schwan e la Dio Drone siete già su di un percorso della mano sinistra musicale, immergetevi in “Respira” nei suoi suoni e nei suoi rumori. I movimenti musicali di questa opera sono cicli, rotazioni di spirali e rumori, onde e suoni, circolarità e geometrie che si scompongono come nel viaggio indotto da sostanze psicotrope, a volte ci troviamo su di un freddo tavolo operatorio osservandoci dall’alto, in altri momenti il nostro cervello riceve direttamente oppiacei da un tubo collegato al muro del nostro loculo personale nel 2456.
Petrolio segue e fa completamente sua la definizione pasoliniana di artista, ovvero colui che rende scomodo e pieno di domande altresì comodo processo artistico. Questa opera è un punto molto alto della discografia di Petrolio e una delle cose più notevoli dell’elettronica altera italiana degli ultimi tempi.
C’è tantissimo lavoro dietro questo disco e lo si percepisce a partire dalla produzione e dal montaggio, perché “Respira” è costruito come un film ,come un racconto di dannazione e non presenza.
Destabilizzare per creare un vortice che crea a sua volta, computers e continui big bang.