Comincio quindi a sentire il cd con una certa sicurezza, come se sapessi quello che andrò ad ascoltare: parte I Got High e mi viene la pelle d’oca. Mi sento subito coccolato, mi sento piccolo, ricordi di infanzia e manifestazioni di affetto, sono come stranamente al sicuro, protetto. Sono queste le primissime sensazioni che mi colpiscono (non a caso il disco è registrato a casa di sua madre).
Il suono è della sua chitarra e quello della sua voce sono come al solito rilassanti.
Andando avanti nell’ascolto ecco che si consolida però una novità: mentre nei dischi precedenti il progetto “one man band” la faceva da padrone, questa ultima realizzazione inserisce a tratti suoni più completi, con alcune canzoni che suonano decisamente più da gruppo rock, conferendo una maggior pienezza sonora al disco.
La prima parte dell’album scorre molto fluida; Blues to Black ha qualche impennata, di anticipazione a Bad Blood che aumenta decisamente il ritmo, come se volesse risvegliarci proprio nel momento in cui siamo oramai abituati al dolce cullare degli arpeggi di chitarra.
Ma è solo una parentesi, con Who Cares? Kinsella sembra volerci subito chiedere scusa per la leggera scossa.
Si arriva piacevolmente all’ultima canzone, Vivid Dreams, di stampo tradizionale, che va un po’ in controtendenza: chiusura del disco con stampo di fabbrica classico, per ricordare che Owen è e rimane un progetto solista.
Vado infine a curiosare su Wikipedia: L’Ami du Peuple è stato un giornale fondato da Marat durante la rivoluzione francese.
Rivoluzione quindi? Si, sentimentale.
Tracklist:
01. I Got High
02. Blues to Black
03. Love is Not Enough
04. Coffin Companions
05. The Burial
06. Bad Blood
07. Who Cares?
08. A Fever
09. Where Do I Begin?
10. Vivid Dreams