iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Ovo – Creatura

A volte non è così semplice classificare una band secondo generi musicali prestabiliti e molto spesso non se ne vede il bisogno, ci sono realtà che giocano a favore di questa teoria, un esempio sono gli OvO che tolgono tutti dubbi sulla tipologia del genere che esprimono, escono dai soliti canoni fondendo insieme generi musicali come il noise, il rock e l’elettronica.

Ovo – Creatura

A volte non è così semplice classificare una band secondo generi musicali prestabiliti e molto spesso non se ne vede il bisogno, ci sono realtà che giocano a favore di questa teoria, un esempio sono gli OvO che tolgono tutti dubbi sulla tipologia del genere che esprimono, escono dai soliti canoni fondendo insieme generi musicali come il noise, il rock e l’elettronica.

Come da titolo del disco gli Ovo plasmano una Creatura composta da accrocchi infernali di synth, chitarre, percussioni e voci distorte urlate. Un disco che potrebbe essere stato risputato dall’inferno, Stefania Pedretti e Bruno Dorella insieme a DioDrone Records ci fanno viaggiare in ambienti sperimentali facendoci passare per colossali e mostruose sonorità pronte a scuotere la paura che alberga anche nel più coraggioso ed impavido degli esseri umani.
Vagare in una città deserta abitata da strani spiriti, camminare voltandosi continuamente avvertendo la presenza di qualcuno che appena ci si gira non si riesce a scorgere, girare gli angoli non sapendo mai cosa ci aspetti.

Un disco che tiene costantemente col fiato sospeso, 41 minuti di vera e propria apnea, batterie mar-tellanti, voci indemoniate, distorsioni esasperate.
Il duo non lascia nulla al caso tanto da compattare ancora di più questo lavoro con una copertina de-gna di quanto trasmesso dalla musica, proprio gli OvO dicono che l’artwork sia ispirato a simboli e iconografie antiche e senza tempo, dai sigilli alchemici alle carte divinatorie, ma con un tratto origi-nale e indentitario.
Negli anni grazie a queste caratteristiche e live molto particolari gli OvO sono riusciti a ritagliarsi il loro spazio in mezzo mondo, protagonisti di tour in Europa, Nord America, Messico, Medio Oriente, Sud Est Asiatico.

Gli OvO si prendono le proprie responsabilità e propongono all’ascoltatore una musicalità che raramente si ha il coraggio di offrire, portandolo a farsi tirar giù con cattiveria nell’oblio tormentato della Creatura, senza alcuna via di scampo.

 

TRACKLIST
01. Satanam
02. Eternal Freak
03. Creatura
04. Matriarcale
05. Zombie Stomp
06. Buco Nero
07. Buco Bianco
08. Immondo
09. Freakout
10. Bell’s Hells
11. March Of The Freaks

LINE-UP
Stefania Pedretti – Voce Chitarra
Bruno Dorella – Batteria Synth

URL Facebook
https://it-it.facebook.com/OvO666/

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
Nessun commento

Invia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Porter Ray – Watercolor

E’ un lavoro che al primo ascolto forse potrebbe rimanere distaccato dall’ascoltatore, ma abbiate il coraggio di ascoltarlo con attenzione e vi accorgerete che Watercolor non è nient’altro un amico che vi chiede di fare una passeggiata per raccontarvi la sua vita, passando da aspetti bui a momenti di serenità, a chi non fa piacere ascoltare un buon amico confidarsi?

Lower Than Atlantis – Safe In Sound

Impeccabilità è la parola d’ordine, l’ascoltatore più distratto potrà notare la cura del sound e degli arrangiamenti. Gli Inglesi Mike Deuce, Ben Sansom, Eddy Thrower e Declan Hart insieme sono un conglomerato di puro rock, come gli ormai conosciutissimi Biffy Clyro e Foo Fighters. Parliamo dei Lower Than Atlantis che arrivano in questo 2017 dopo anni di dischi (ben 4 alle spalle) e concerti presentando Safe in Sound, in assoluto il loro album meglio riuscito e meglio maturato.

Blanck Mass – World Eater

Blanck Mass apre la serratura a doppia mandata delle porta del suo tempio labirintico spingendoci dentro l’ascoltatore e richiudendogli la porta alle spalle, lo costringe a girovagare tra questi epici e solenni muri di suono caratterizzati da loop, voci spezzate e ritmi a volte forsennati.