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Recensione : One Dimensional Man – You Don’t Exist

Una delle poche certezze dell'underground italiano

One Dimensional Man – You Don’t Exist

Per chi da anni bazzica l’accidentato ma affascinante mondo dell’underground sono poche le certezze, ma quelle poche sono estremamente radicate, una fra queste sono gli immarcescibili One Dimensional Man. Attivi dal 1997, e con cambi di formazione abbastanza frequenti, i nostri hanno centellinato le loro uscite, ben sette sono gli anni che intercorrono fra il loro penultimo album e quello di cui sto per parlarvi, ma in ogni loro uscita hanno profuso una classe e una qualità cristallina.

Non fa eccezione questo You Don’t Exist che si apre con due vere e proprie sciabolate Free Speech e You Don’t Exist che ricordano all’ascoltatore qual’è la formula che li ha resi “celebri”, vale dire noise+blues+attitudine ferrea. La scaletta prosegue con In The Middle Of The Storm, un pezzo nel quale si tocca con mano un disagio ed un mal di vivere che l’età adulta non può cancellare e No Friends dove invece a prevalere è una rabbiosa disperazione.

A Crying Shame è un brano semi acustico della pericolosa profondità e di una bellezza inaudita, a me ha ricordato i Come di Thalia Zedek; l’unico pezzo non scritto dalla band fra quelli in scaletta è We Don’t Need Freedom dei Saccharine Trust – e ciò la dice lunga sulle influenze della band – che il gruppo rende ancor più tellurico dell’originale.

Chiudono il lotto Don’t Leave Me Alone che è un pezzo hardcore come loro i primi Fugazi o ancor meglio i Jesus Lizard (secondo me una formazione alla quale gli One Dimensional Band si sono da sempre ispirati); Alcohol che – sorretta da un basso penetrante – ricorda i Nomeansno e, nei momenti più parossistici, gli Husker Du di Zen Arcade, band peraltro citate nel testo e The American Dream dove, su di un tappeto sonoro inquietante, vengono citati i presidenti americani.

Bello l’artwork che rende il tutto ancor più appetibile e, lo si contestualizzi per ciò che è, accattivante. Se qualcuno poteva avere dei dubbi, penso nessuno fra i conoscitori della formazione veneziana, sul fatto che la lunga assenza potesse aver indebolito la loro proposta gli undici pezzi di questo disco li polverizzano da subito.

Un disco bellissimo!

ETICHETTA: La Tempesta Records

TRACKLIST
1) Free Speech,
2) You Don’t Exist,
3) In The Middle Of The Storm,
4) No Friends,
5) A Promise,
6) A Crying Shame,
7) In Substance,
8) We Don’t Need Freedom,
9) Don’t Leave Me Alone,
10) Alcohol,
11) The American Dream

LINE-UP
Carlo Veneziano – Guitars,
Franz Valente – Drums,
Pierpaolo Capovilla – Bass guitar and vocals

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