iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Nervewrecker – Ep

Gli inglesi Nervewrecker si presentano al pubblico con questo Ep che si rivela un interessante mix tra stoner, sludge e post-hardcore, il tutto proposto con convinzione e cattiveria davvero rimarchevoli.

Nervewrecker – Ep

Gli inglesi Nervewrecker si presentano al pubblico con questo Ep che si rivela un interessante mix tra stoner, sludge e post-hardcore, il tutto proposto con convinzione e cattiveria davvero rimarchevoli.

Del resto, oggi come oggi, fare il semplice compitino può bastare solo a chi ha già raggiunto un certo status e può permettersi di raggirare il popolo bue propinandogli la stessa minestra con impercettibili variazioni sul tema, di sicuri non a chi, all’esordio, deve ritagliarsi un proprio spazio nella scena usando gomiti e tutti gli stratagemmi possibili, leciti e non.
I Nervewrecker puntano tutto o quasi sull’intensità, caratteristica che rende i brani delle autentiche sferzate, per lo più appoggiandosi su una base doom ma con improvvise sortite fatte di accelerazioni ai limiti del grindcore.
I cinque brani più intro non sono poi nemmeno particolarmente lunghi, dimostrandosi così dei perfetti biglietti da visita, utili a far capire a tutti di che pasta siano fatti i ragazzi di Norwich.
Riff densi e avvolgenti sono screziati da uno screaming di matrice core, il che rende questo lavoro ben riuscito, diretto e, nel suo insieme, ricco di passaggi di rara efficacia senza indulgere in stranezze pseudo avanguardistiche o ruffianerie melodiche.
La traccia esemplare si rivela la conclusiva Sea of Trees, non tanto perché sia la migliore del lotto bensì per come è strutturata: un minuto di grindcore, che gli specialisti del ramo avrebbero tagliato di colpo senza pensarci neppure un attimo, lascia spazio, invece, ad uno sludge-doom impietoso che infine sfocia in un finale ambient-rumorista.
Tra spintoni e trattenute i Nervewrecker si sono ritagliati un piccolo spazio libero in un’affollata area di rigore: per capire di che pasta siano effettivamente fatti bisognerà vedere se, quando arriverà il momento (un full-length), saranno anche in grado di colpire ed eventualmente con quale precisione.
Per ora pollice alto, ovviamente in prospettiva.

Tracklist:
1. Intro
2. Stoic
3. Plague Ridden
4. Excerpts of Lies
5. Empty Vessels
6. Sea of Trees

Line-up:
James – Bass
Dan – Drums
Scott – Guitars
Ed – Vocals

NERVEWRECKER – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.