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Recensione : The Queen Is Dead Volume 41 – Nepal Death \ Lhasa Society \ Arovane

The Queen Is Dead Volume 41 - Nepal Death \ Lhasa Society \ Arovane:a partire dal nome gli svedesi Nepal Death per assonanza ricordano la migliore grindcore

Lhasa Society Arovane

The Queen Is Dead Volume 41 – Nepal Death \ Lhasa Society \ Arovane

Nepal Death

A partire dal nome gli svedesi Nepal Death per assonanza ricordano la migliore grindcore band del pianeta, ma il grind è davvero lontano da quanto ci propongono. Boom Shiva Ep autoprodotto dopo il gran bel debutto omonimo uscito nel 2021 è il loro ultimo lavoro, ed è la migliore possibilità per conoscere un gruppo unico.

I Nepal Death, come detto sopra, amano spiazzare e non dare sicurezze all’ascoltatore, facendo una psichedelia oscura e molto vicina al lato rimasto al buio della stagione dell’amore, molto più vicini a Manoson e LaVey il fondatore della Chiesa Di Satana che al flower power, il tutto mischiato con fortissimi elementi che provengono dall’oriente, specialmente in materia di composizione e di effetti. Hare Krishna, psych e un timbro musicale altamente originale fanno di questo gruppo un unicum particolare ed inarrivabile.

Provenienti da Malmö in Svezia il gruppo deve il suo nome al pioniere psichedelico danese Eik Skaløe poeta e cantante degli Steppeulvene che morì nel 1968 al confine con il Nepal, e a cui il gruppo ha dedicato un pezzo, Dead In Nepal.

Boom Shiva EP è una piccola gemma oscura, con le sue influenze in stile Amon Düül II e omaggi alla cultura Hindi, ma non la parte luminosa, bensì quella più recondita ed inquietante. Musicalmente non ci si annoia mai, e si ha la sicurezza di essere davanti a qualcosa di originale e di rinfrescante, non tanto in senso esotico quanto proprio di novità musicale per l nostre affamate orecchie.

Un ep che arriva dal cielo e scalcia parecchio, fatto a da musicisti veterani e molto ben affiatati, per un lavoro da gustare aprendo il terzo occhio.

 

Lhasa Society

I Lhasa Society pubblicano il loro terzo lavoro, OBE per Overdub Recordings, Il gruppo è uno dei migliori ensemble che abbiamo iin Italia, sono un trio dedito alla sperimentazione ad ampio raggio e dall’ottimo esito.

Il titolo sta per Ouf of Body Experience, ovvero quando il nostro spirito si separa dal nostro corpo e va in qualche luogo o fa determinate esperienze, e questo può avvenire in tre modi : pre-morte, viaggio astrale e meditazione. I componenti del gruppo hanno vissuto una o più di queste esperienze, e hanno anche scelto un animale guida del quale indossano il copricapo, e il disco è quello che dice il titolo, un’esperienza extra corporea.

Musica strumentale di elevatissima qualità, si spazia dai Pink Floyd più visionari ai Mogwai maggiormente atmosferici, dai Boards Of Canada con un’anima pysch, a dei Radiohead che suonano nella stratosfera, ma in realtà èp tuttop made in Lhasa Society. Le concatenazioni, i picchi sonori, ghli agglomerati di sogni e note, le nuvole di immaginazione e rarefazione, il tutto con una grande intensità e con un calore superiore che avvolge il tutto.

Qui c’è della magia, c’è un qualcosa che batte sena fermarsi, uno spirito che ci guida su diversi piani musicali, Le composizioni dei Lhasa Society sono come le canzoni della psichedelia più profonda degli anni sessanta, quando davvero non sapevi cosa aspettarti nota dopo nota, e qui si ricrea quella stessa accurata costruzione di mondi sonori, la calma nel comporre e l’immaginazione nel suonare. Dopo qualche ascolto c’è un sottile fremito di piacere quando iniziano le loro canzoni, come quando si sa di stare per compiere un viaggio piacevole, dopotutto l’edonismo guida la psiche e viceversa. Troviamo anche ottimi elementi dell’elettronica più visionaria.

Quella scuola di tricksters dei computers come Aphex Twin, Boards Of Canada, più come atmosfera che come codice sonoro. OBE è un disco molto curato, amato ed amoroso, con una musica che difficilmente lascerà il vostro cuore ed il vostro cervello, perché è qualcosa di elevato che stenta a scendere ad un livello normale.

Per andare fuori dal nostro corpo, ma anche solo fuori dalle nostre preoccupazioni per un po’.

 

Arovane

Tides è una ristampa dell’etichetta Keplar del disco che il produttore tedesco Arovane fece uscire nell’ormai lontano anno 2000 per la mitica label City Centre Offices. Arovane al tempo si era fatto un nome nella scena idm ( intelligent dance music ) con il suo primo album Atol Scrap uscito su Din del 1999 e ristampato proprio dalla Keplar nel 2021 come doppio vinile, ma per Tides scelse di cambiare rotta, nel senso che preferì lavorare maggiormente su campioni e il risultato fu sublime.

Rimasterizzato da Kassian Troyer al Dubplates & Mastering il disco vede anche una nuova copertina in questa ristampa. Il disco prese vita nella testa di Arovane durante una vacanza in Francia, anche grazie al luogo marino dove era.

Tides vive di molte cose, di silenzi, di ritmi che si avvicinano al big beat e al downtempo in maniera del tutto originale, e fanno capire anche cosa fosse certa elettronica a quel tempo, agli inizi dei 2000. Tutto scorre più lento e nitido, c’è un malinconia diffusa e soffusa che non fa male, anzi aggiunge gusto al tutto e contribuisce alla grandezza di questo disco.

Fa specie pensare che sia stato scritto e prodotto 22 anni fa; in generale è ancora molto attuale, ma sopratutto rimette le cose al suo posto, nel senso di farci rivivere un’elettronica che aveva molto valore e sopratutto ci si poteva soffermare su di un singolo disco, dato che le uscite erano meno rispetto ad oggi e non venivano fagocitate come ora, dove una bella opera dura il tempo dell’annuncio su Instagram o poco più.

Tides è preferibile ascoltarlo in cuffia, comodi e senza fretta, è una musica che avvolge e comunica, tra ambient, idm, downtempo e qualcosa del big beat che aveva furoreggiato prima del 2000.un disco fondamentale per un’elettronica maggiormente consapevole e per un produttore assai valido e che è ancora in circolazione.

Garantisce moltissimi ascolti e siede tranquillamente alla destra dei grandi classici dell’elettronica anni duemila.

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