A due anni dall’ottimo “Son Of The Dust” e a uno dalla raccolta di tutti i loro singoli, i piemontesi Movie Star Junkies (Stefano Isaia, Caio Miguel Montoro, Vincenzo Marando, Emanuele Baratto) ritornano a pubblicare per la fidata Voodoo Rhythm, dando alle stampe le dieci canzoni di Evil Moods. Il disco, riunendo in un unica occasione l’energia degli esordi e il sound calibrato del precedente lavoro, si rivela fin dal primo ascolto decisamente corposo e intenso.
Le chitarre grezze di A Promise, accompagnate da fitti colpi di batteria e un cantato cantilenato e malsano, introducono il sound dal retrogusto western della lurida Three Time Lost (la coda strumentale rapisce il cuore) e l’isterico affascinare dell’intricata e ipnotica Please Come Home.
Rising, tra vibrafono e chitarre, si perde in mezzo ai deserti americani, stemperando un po’ i toni, mentre la successiva Jim Thompson, tra incalzanti note di ottoni, conquista con il suo cadenzato incedere, lasciando che a proseguire siano i rigurgiti post punk della claustrofobica A Lap Full Of Hate e la malinconia dannata della sinuosa e affascinante In The Evening Sun.
Il procedere tormentato di All Sorts Of Misery, infine, apre alla sofferenza ridondante di Red Harvest e agli ampi spazi sonori (definiti dall’organo) della conclusiva Move Like Two Ghosts.
Il quarto album dei “piemontesi con l’America nel sangue” si dimostra fin da subito decisamente valido e interessante. Il sound proposto, infatti, anche se facilmente catalogabile come derivativo, dimostra di aver carattere e personalità, catturando l’attenzione ad ogni occasione. Dieci brani curati e sostanziosi che, non lasciando nulla al caso, hanno tutte le carte in regola per far colpo anche sul più scettico e titubante degli ascoltatori.
Tracklist:
01. A Promise
02. Three Time Lost
03. Please Come Home
04. Rising
05. Jim Thompson
06. A Lap Full Of Hate
07. In The Evening Sun
08. All Sorts od Misery
09. Red Harvest
10. Move Like Two Ghosts
Line-up:
Stefano Isaia
Caio Miguel Montoro
Vincenzo Marando
Alberto Dutto
Emanuele Baratto
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