Peppe, Gaetano e Ciccio, ovvero i Les Spritz, sono arrivati al loro terzo lavoro in studio, Payaso. Originari di quella Sicilia, anzi di quella Catania, che ha come orgoglio musicale gli Uzeda e che trova in Sacha Tilotta un indiscusso punto di riferimento, questo trio a metà tra noise e improvvisazione jazz-core traccia nove percorsi sonori strumentali, mixati dal tanto caro Bob Weston di Chicago.
Villeri parte tritando bassi cancerosi, aprendosi a piccole riflessioni ritmiche, gridando “hey” con vena hardcore stile ’80, graffiando con quella chitarra rugginosa e riesumando (quasi) i Fugazi. Payaso, più cerebrale e frammentata, nonché più veloce e schizoide, rigurgita allegri motivetti melodici grazie alla tromba che, a sorpresa, compare in mezzo al sabba nero messo in atto dai tre. Plinio Fernando, squartata dalla chitarra che ferisce come una lama impazzita, tira in ballo (ovviamente) anche Big Black e Shellac, mentre l’intreccio sonoro si fa più incalzante e teso. Satanetto aumenta ulteriormente i ritmi e la forza tellurica, mentre il basso nei momenti di quiete (???) recita il suo folle dialogo con chitarra, fino alla distensione, affidata alla tromba. Svernakovich, molto interrogativa e nervosa nella prima parte, si distende nella seconda cullandoci nella sua oscurità, fino a crescere e ritornare esagitata. Emicrania dice già tutto nel nome, mentre il suo incedere ritmico a singhiozzo affascina e ipnotizza. Alfonso Claps ruggisce per avvisarci dell’imminente impatto sonoro che ci attende, ma è una finta, vista la relativa calma che caratterizza il pezzo. Fuel On 12 marcia dritta e decisa come una slavina, scavalcando qualsiasi ostacolo gli si ponga davanti. Infine, Glasnot, in piena emergenza, sguinzaglia la tromba, fino a concedersi la tanto ambita quiete.
I Les Spritz mettono su disco un lavoro di buona qualità, ma che, forse, non riesce a spiccare molto per quanto riguarda l’originalità. La musica, nonostante l’alta tecnica e la buona capacità compositiva, non ha un mordente tale da poter rapire l’ascoltatore. Rimane un buon ascolto, certamente, ma non si grida al miracolo o al capolavoro.
TRACKLIST:
01. Villeri
02. Payaso
03. Plinio Fernando
04. Satanetto
05. Svernakovich
06. Emicrania
07. Alfonso Claps
08. Fuel on 12
09. Glasnot