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Recensione : Intercity – Amur

Tutto fatto molto bene, ma con l'ombra della stanchezza compositiva dietro l'angolo

Intercity – Amur

I fratelli Campetti, riorganizzata la formazione degli Intercity (adesso oltre a Michele e Fabio ci sono Dario Fugagnoli, Giulia Mabellini e Paolo Comini), ritornano con Amur. Il nuovo lavoro, in uscita per Orso Polare Dischi, contiene dodici canzoni e unisce la finezza dei loro dischi precedenti con l’elettricità più grezza del progetto parallelo Campetty.

Il binomio chitarra/violino della mesta e riflessiva Un Cielo Cinghiale, dà il via al disco disegnando paesaggi autunnali (piuttosto tormentati nel suo finale elettrico), mentre le briciole di elettronica e tastiere che costellano l’avvolgente Tu, accarezzano con la loro melodia, prima di dar spazio alla dolcezza dell’incontrarsi, fra chitarre, violino, basso e batteria, di Teatro Sociale.
Il pulsare in levare di Reggae Song, spazzato via dalla linearità degli affascinanti ritornelli, apre al correre, ricordando il passato, della veloce e travolgente Indiani Apache, lasciando che a seguire siano il ruvido pensare dell’energica Cavallo e le ariose aperture della più delicata e avvolgente Kioto.
Amur, invece, costruita su lievi crescendo (in grado di cullare con il loro spirito sognante), cede spazio al procedere sostenuto, venato di lieve drammaticità, di A e alle tempeste elettriche, decorate con violino e tastiere, della corposa Kill Bill.
Il mix di melodia, intensità, ritmo ed emotività dell’intensa Polar, infine, chiude il disco insieme alla delicata morbidezza della raffinata Le Avanguardie.

Il terzo capitolo degli Intercity, più diretto rispetto ai precedenti, si mantiene sullo stesso livello qualitativo dei precedenti, ma non riesce a mordere ai fianchi come potrebbe. L’impressione è che, nonostante la maggior immediatezza, manchino quella manciata di brani/singoli che si piantano in testa (e nel cuore) fin dal primo istante. Insomma, tutto fatto molto bene, ma con l’ombra della stanchezza compositiva dietro l’angolo.

Tracklist:
1. Un Cielo Cinghiale
2. Tu
3. Teatro Sociale
4. Reggae Song
5. Indiani Apache
6. Cavallo
7. Kioto
8. Amur
9. A
10. Kill Bill
11. Polar
12. Le Avanguardie

Line-up:
Dario Pugagnoli
Fabio Campetti
Giulia Mabellini
Michele Campetti
Paolo Comini

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