“Gothic Materialism” è il terzo album firmato Hertz Kankarok, particolare nome d’arte di un musicista atipico sia per le modalità con cui vengono confezionati i suoi lavori, sia soprattutto per la difficoltà di catalogazione del sound offerto; infatti, se l’ep d’esordio “Livores” denotava una varietà compositiva a tratti sorprendente, il primo full length intitolato “Make Madder Music”, uscito due anni dopo, confermava la consistenza e la stabilità del progetto proponendolo tra i più interessanti scaturiti negli ultimi anni nella scena metal italiana.
L’atipicità di Hertz Kankarok risiede anche nel suo modus operandi, in quanto, pur componendo in toto i testi e le musiche, si dedica esclusivamente alle parti vocali, dove alterna con efficacia tonalità ruvide ad altre più suadenti, lasciando ad altri valenti musicisti il compito di dare una veste sonora alle sue brillanti intuizioni; così, se nell’ep il compito era stato affidato a Dario Laletta e nel successivo album tale incombenza era stata suddivisa con Andrea Cavallaro, in occasione del nuovo full length è sostanzialmente quest’ultimo a occuparsi di chitarra, basso e tastiere, mentre la parte ritmica è completata dal batterista portoghese Marcelo Aires.
“Gothic Materialism” è ancora una volta un lavoro denso e sfaccettato a livello di ispirazione, in quanto nel songwriting di Hertz Kankarok confluiscono come in passato il metal estremo e il progressive così come un’anima gotica, creando un ampio spetto sonoro al cui interno si possono rinvenire le più disparate influenze che il nostro ha maturato nel corso degli anni, trascorrendo molto tempo per motivi di lavoro in altre nazioni da cui ha evidentemente assorbito ed elaborato le relative culture, non solo musicali. La devastante traccia d’apertura “An Ode to the Dark Matter” è l’ideale introduzione al caleidoscopico sound del musicista siciliano, con la sua furia talvolta stemperata da improvvisi cambi di ritmo; relativamente più rarefatta appare la successiva “Gurù o la pietra lunare”, unica traccia cantata in italiano, mentre “Enlighten Me” è ingannevolmente melodica, essendo screziata da più di un’interferenza estrema.
Il più breve semi recitato in lingua spagnola “Lost at Sea” introduce la traccia di chiusura “The Libertine and the Volcano”, contraddistinta come il brano inziale da una certa violenza che ammanta un testo che fa interagire la figura del Marchese de Sade con la furia dell’Etna, “a’ muntagna” che incombe su Acireale, città natale di Hertz Kankarok; d’altro canto, anche a livello lirico vanno segnalati contenuti di grande profondità che completano artisticamente, rendendolo ancor più interessante e degno d’attenzione, “Gothic Materialism”, un album di non semplice fruizione ma capace di restituire molto in termini di varietà stilistica e voglia di sottarsi ai consueti stilemi.
2023 – Autoproduzione
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