iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Recensione : Halima SWEET TOOTH

Entra nel club di Halima: entrata omaggio per i cuori spezzati, shot al latte caldo tutta la notte e un viaggio Brooklyn-Lagos-Londra per i primi in lista. Ah, e si balla. Tanto.

Halima - SWEET TOOTH

Premere play sull’album di debutto di Halima è come aprire la porta blindata di un club di Brooklyn, pensando “sarà il solito posto”. E invece no. Nel locale di Halima non si servono superalcolici ma succo ai frutti rossi, e le pasticche si lasciano all’entrata per gustarsi biscotti e fette di torta fino all’alba.  Il titolo, “SWEET TOOTH”, non è un vezzo, ma la corazza che Halima usa per difendersi dal mondo. Perché chi è “goloso” impara presto cosa significa essere giudicato: sensi di colpa, vergogna, la sensazione costante di dover chiedere scusa per ciò che si è. Il progetto è la resa dei conti per la cantante, il suo modo di affrontare l’immagine ribaltata nello specchio e essere veramente sè stessa.

Nata nel New Jersey, cresciuta con la madre tra Lagos e Londra, la passione per la musica di Halima inizia giovanissima, con una chitarra comprata a 10 anni risparmiando sulla paghetta. Da allora non si è più fermata: dal singolo di debutto solista nel 2018, agli EP “XYZ” (2021) e “EXU” (2024), fino all’LP d’esordio nel 2025 su drink sum wtr.  Il suo sound è eclettico, alternativo, sicuramente non conforme agli standard di un’industria musicale che da una donna nera pretende un R&B fatto a regola d’arte. Halima è britpop, è afrobeat, neo soul, indie, house, e soprattutto è capace di cambiare faccia ogni volta mantenendo la stessa inconfondibile voce e risultare credibile con ogni volto. “SWEET TOOTH” è un club newyorkese in cui chiunque è ammesso e, dietro la console, Halima cambia continuamente travestimento. Prima una Tracy Chapman malinconica, poi una Beyoncè scatenata sul dancefloor, dopo ancora una Eartha Kitt in erba che si muove sui bassi di “cocoa body” Per scoprire ogni sua sfumatura non ci resta far altro che rispondere “aggiungimi in lista” al messaggio in dm del club che chiede insistente “e tu, ci sarai?”. E goderci la serata.

Il viaggio parte già in metro, o in taxi, cuffiette nelle orecchie, con “omoge” (“bella ragazza” in Yoruba, lingua parlata in Nigeria), dichiarazione d’amore a una ragazza che apre il disco e prepara al suo groove sensuale.  In coda fuori dal locale, tutto quello che sentiamo è un suono sommesso di un beat incalzante, seducente, che aumenta la voglia di entrare. “Eleven eleven” è garage pop britannico allo stato puro, da far invidia a Nia Archives, CLIPZ e soci. Non c’è il solito odore acre dentro al club: profumo di torta appena sfornata, bicchieri di latte caldo sul bancone, e “eau de vie” in sottofondo, la traccia simbolo dell’album, un upbeat sexy come quelle caramelle che scoppiettano in bocca. Halima alla console, tra un drop e l’altro, torna al britpop con “oops”, perfetta per scendere in pista e dimenticare i drammi della settimana. La title track “sweet tooth” è un afrobeat delicato, omaggio alle radici nigeriane della cantante, che a tratti ricorda la Tems di “Born in the Wild”. 

“Cocoa body” è il momento clou, il pezzo suonato alle due di notte che tutti stavano aspettando. Dannatamente elettrica, cardiaca, sensuale, è una fragola immersa nel cioccolato fondente messa tra le labbra da uno sconosciuto perso tra la folla. Le persone stanche iniziano a sedersi sui divanetti, mentre dalle casse partono le note dolci amare di “laundromat”, “november like u” e “callum”. Dalle fessure tra i teli neri che coprono le finestre entrano i primi raggi dell’alba. “Everyday I’m writing love songs/ If I get lost/ Would you find me?” si chiede Halima, tra qualche lacrima e qualche sorso di caffè per rimanere sveglia. Il pop sfrenato di “cocoa body” lascia spazio a un sound più indie, quasi soul, alla nostalgia, alle storie d’amore passate e ai cuori rotti.

“SWEET TOOTH” è urgente, ha qualcosa da dire subito, è un prendere o lasciare: se entri nel club al primo ascolto bene, altrimenti è troppo tardi. In un panorama pop saturo di hit da tiktok, Halima è una ventata di aria fresca. Ha tutte le carte in regola per diventare il club più in voga di New York City, basta sapersi vendere.

Halima – cocoa body (Official Video)

Halima – SWEET TOOTH tracklist

1. omoge 02:41
2. eleven eleven 02:58
3. eau de vie 02:51
4. oops 02:04
5. sweet tooth 02:38
6. wasting my body 02:39
7. cocoa body 02:59
8. feel about it 01:00
9. laundromat 03:19
10. november like u 02:06
11. callum 03:21

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

PROMUOVI LA TUA BAND

Vuoi promuovere la tua band e supportare In Your Eyes ezine? Negli anni abbiamo collezionato oltre 1200 contatti (webzine, webradio etc..) che mettiamo a tua disposizione.

CANALE TELEGRAM

RIMANI IN CONTATTO

GRUPPO WHATSUP

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Tribeqa - Sumu

Tribeqa – Sumu

“Sumu” è allegria contagiosa, una medicina della felicità distribuita dai Tribeqa per farci guarire dal grigio dell’inverno.

Devra - On The Way

Devra – On The Way

Devra dimostra che non serve la voce per raccontare, ma una storia da voler condividere in musica, mentre ancora si cerca il proprio posto in un’industria che non ha posto per tutti.

Sūn Byrd - In Paradiso

Sūn Byrd – In Paradiso

I Sūn Byrd portano il soul dal Nord Europa in un album che sa stranamente di Italia, di sud e feste al tramonto.

Pink Butter - Can We Go Back

Pink Butter – Can We Go Back

Un collettivo svedese che fa neo-soul meglio di tanti americani è tutto dire, e i Pink Butter si sforzano di non farcelo notare in un EP che resta umile, senza suonare uguale a nient’altro.