Ecco una band che nonostante sia ben contestualizzabile in un ambito, riesce ugualmente a dir la sua senza cadere in cliché di genere. Il progetto affrontato da questi ottimi musicisti, compie un tutto tondo di free jazz, noise e hardcore.Dire termini di paragone non mi sembra molto appropriato, anche se forse gli Anatrophobia e gli Zu potrebbero se non altro espressionisticamente essere accumunabili ai Drain Pump Booster. Il cd con sei tracce pervenutomi, si snoda dalle più quadrate sonorità ( la prima ha reminiscenze Shellac), a campi immaginari dove la sperimentazione ruota attorno alla ritmica sempre forte e compatta, dove microsuoni abbracciano sfuriate di sax e violoncello come nella quarta canzone.Composizioni prevalentemente strumentali anche se quando come nel primo brano Vincent Guerard canta, lo fa molto bene, convince per enfasi e toni, graidati, arrabbiati e sprezzanti.L’ ultima traccia è la mia preferita: non c’è assolutamente forma, il brano parte da una linea di basso e si evolve allo stesso tempo destrutturandosi sempre più, con un effetto simile a quello di un lettore cd che non funziona bene, con gradualmente il crescere degli strumenti che allo stesso tempo vengono svuotati della loro formalità, ridotti a concetto e idea, condotti ad un procedimento quasi illusorio, che fa perdere i nervi, che ci fa rendere conto di quanto poi infondo, siamo tutti un po’ fragili.Da non perdere la loro prossima uscita, assolutamente.