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Recensione : Dilaila – Musica Per Robot

Sono già scafati e si intuisce facilmente ascoltandoli questi Dilaila quintetto milanese che con "Musica per robot" ci propone il proprio secondo album.

Sono già scafati e si intuisce facilmente ascoltandoli questi Dilaila , quintetto milanese che con Musica per Robot ci propone il proprio secondo album.

Forte di recenti esperienze sia televisive che concertistiche, la band sciorina le sue canzoni tratteggiate da atmosfere eteree, se non malinconiche, contrappuntate dalla suadente voce femminile della cantante.
E’ indubbio che il gruppo sia formato da valenti musicisti e che il loro suono sia curato e raffinato, ciò consentira loro, questo è almeno il mio augurio, di conseguire buoni riscontri anche dal punto di vista commerciale ma, ed eccomi alle dolenti note, quello che propone non è propriamente “pane per i miei denti”. Secondo il mio discutibilissimo parere le loro composizioni sono eccessivamente manieristiche e ciò fa si che tendano troppo spesso ad assomigliarsi fra loro, facendo affiorare non di rado una leggera sensazione di tedio.
Per quanto mi concerne il pezzo migliore dell’album e’ di gran lunga Psico-logo nel quale i ritmi si fanno finalmente più frenetici.
Certamente i Dilaila troveranno vaste schiere di ammiratori fra i fans dell’indie-rock più intimista,ma ,per quanto mi riguarda,non riescono proprio a far breccia nel mio cuore. Senza rancore ed alla prossima.

Tracklist:
1. L’insetto
2. I/O
3. Occhi di vetro
4. Musica per robot
5. Lucy
6. Moderna
7. L’ora del te’
8. Psico-logo
9. Requiem
10. L’apice

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