Chi capita su In Your Eyes e legge le mie recensioni immagino che abbia capito quanto il mio rapporto con gli album di natura esclusivamente strumentale sia piuttosto controverso, dato che non posso nascondere che, a mio avviso, nel 90% dei casi una buona voce conferirebbe ai lavori in questione un enorme valore aggiunto.
Ammesso che ciò sia vero, ovviamente non vale neppure in senso assoluto, soprattutto per quanto riguarda il passato, allorché ci vennero regalati dischi epocali nei quali probabilmente l’inserimento delle vocals avrebbe rotto l’incantesimo (ne cito uno su tutti, “Birds Of Fire” della Mahavishnu Orchestra).
Ma erano altri tempi, altri musicisti ed altri generi: di certo però non sono poche oggi le band rock e metal che si cimentano nell’arte delle sette note rinunciando all’apporto di un cantante, alcune di queste finendo per creare, di fatto, un vero e proprio filone stilistico, come ad esempio i Pelican.
Su queste tracce si incamminano con passo sicuro i sardi Conspiracy Four, autori di un album d’esordio auto-intitolato con il quale spazzano via senza troppi indugi le mie perplessità riguardo a tale scelta.
Il lavoro offre mezz’ora di buonissimo postmetal-posthardcore, dalle importanti sfumature sludge: pesante il giusto, quindi, per essere apprezzato da chi predilige sonorità più corpose ma con un occhio sempre attento a dotare ogni brano di una propria identità melodica, partendo dall’intensità emotiva prodotta dall’opener Threshold fino ad arrivare al nervosismo tooliano messo in mostra dalla conclusiva The Alchemist; in mezzo troviamo la robustezza ritmica di brani come Prometheus ed Icarus Path e gli umori lisergici di Between Impact And Failure e Seven Against Tebe.
Quest’estate ho avuto l’occasione di osservare dal vivo una band che si muove su territori contigui al gruppo sardo, i polacchi Belzebub: ebbene, in quell’occasione non ho potuto fare a meno di pensare che per godere appieno del loro operato l’uso di sostanze “dopanti” sarebbe stato di grande aiuto; lo stesso non si può dire invece per quanto riguarda questo lavoro dei Conspiracy Four, che si lascia ascoltare ed apprezzare con mente perfettamente lucida, grazie ad un lotto di brani che divengono essi stessi l’additivo in grado di veicolare sensazioni ed emozioni su un piano più elevato.
In poche parole: davvero un’ottima prova.
Tracklist:
1.Threshold
2.Between impact and failure
3.Prometheus
4.Seven against Tebe
5.Icarus path
6.The Alchemist
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