iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Blood Red Water – Tales Of Addiction And Despair

I veneziani Blood Red Water si presentano all’esordio con uno sludge / stoner che ben si addice, per le atmosfere fangose e striscianti, alla loro natura di creature lagunari.

Blood Red Water – Tales Of Addiction And Despair

I veneziani Blood Red Water si presentano all’esordio con uno sludge / stoner che ben si addice, per le atmosfere fangose e striscianti, alla loro natura di creature lagunari.

Il tratto distintivo di questo Ep è la pura istintività che cancella ogni potenziale residuo di raffinatezze tecniche e di autocompiacimento strumentale; qui si va dritti allo stomaco dell’ascoltatore, senza alcuna mediazione né incertezza di sorta.
Se Ungod apre il lavoro con atmosfere rallentate e vischiose come la più tenace delle ragnatele, le successive e più brevi Considerations / Commiserations e soprattutto, Avoid The Relapse, appaiono più orientate verso una forma di hard rock sia pure sempre cadenzato e grezzo il giusto.
Modern Slave Blues e The Perfect Mix ritornano su ritmiche stoner doom ma il rallentamento del sound non coincide, per fortuna, con una minore intensità dei brani, anzi, la profondità dei riff e la voce ruvida di Michele tengono ben desta l’attenzione fino all’ultima nota.
Tales Of Addiction And Despair è un succulento antipasto di ciò che in futuro i Blood Red Water saranno in grado di proporci; l’attitudine e le capacità ci sono e appaiono del tutto adeguate alla riuscita del progetto.

Tracklist :
1. Ungod
2. Considerations / Commiserations
3. Avoid the Relapse
4. Modern Slave Blues
5. The Perfect Mix

Line-up :
Dodi – Guitars
Volt – Guitars
Fiorica – Drums
Michele – Vocals

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

My Dying Bride – A Mortal Binding

A Mortal Binding è un lavoro tutt’altro che scontato e superfluo e testimonia quanto una band come i My Dying Bride che, piaccia o meno, ha fatto la storia, abbia tutto il diritto di continuare a riproporre con grande dignità, competenza e coerenza quel sound peculiare che, parafrasando la copertina di un noto periodico italiano, “vanta innumerevoli tentativi di imitazione”.

Eventide – Waterline

Gli Eventide offrono una versione dell’ambient drone intrisa da corpose sfumature jazz e sempre in grado di attrarre l’attenzione rifuggendo ogni stucchevolezza.

Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Hamferð – Men Guðs hond er sterk

Il sound della band di Tórshavn è talmente peculiare da sfuggire ad ogni tentativo di sommaria classificazione: il tutto avviene senza il ricorso a chissà quali soluzioni cervellotiche in quanto gli Hamferð mettono il loro smisurato talento al servizio di un lirismo che, oggi, è appannaggio solo di pochi eletti.