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Recensione : Arche – Undercurrents

Splendide progressioni ammantate di pathos si alternano a passaggi più rarefatti o a repentine aperture melodiche, poste quasi a simboleggiare un’effimera quanto illusoria attenuazione del dolore che pervade l’intero lavoro.

Arche – Undercurrents

Che la Finlandia sia la patria del funeral non ci sono dubbi, visto che i Thergothon prima e gli Skepticism poi hanno di fatto inventato e codificato questo meraviglioso sotto genere del doom metal.

Nel corso degli anni altre band provenienti dalla terra dei mille laghi hanno fornito prove indimenticabili, citiamo solo Shape of Despair, Colosseum e Profetus tra le più note; proprio da questi ultimi proviene Eppu Kuismin, che ha formato da poco questa nuova band denominata Arche e il cui esordio si rivela una nuova dolorosa perla.
Il musicista finnico di fatto si mette in proprio, componendo, suonando la chitarra ed occupandosi anche delle parti vocali, coadiuvato da Panu Raatikainen a basso e chitarra e Ville Raittila alla batteria: il sound proposto dagli Arche non ricalca però più di tanto quello della band madre ma, semmai, si avvicina maggiormente a quanto fatto dai Colosseum.
In qualche modo questa nuova creatura, infatti, va a comare il vuoto creato dall’inevitabile split dovuto alla prematura dipartita di Juhani Palomäki, ripercorrendone le orme con una scrittura contraddistinta da una costante tensione emotiva, optando per un gravoso incedere guidato da riff diluiti e distorti sui quali si vanno ad appoggiare arpeggi che disegnano melodie struggenti, come accade in particolare nel finale della magnifica Plains Of Lethe.
Ma nel sound del trio di Tampere confluiscono, alla fine, anche influenze provenienti sia dal centro Eyropa (Worship, per certi passaggi dalla lentezza soffocante), sia dall’emisfero australe (Mournful Congregation, per un certo gusto nell’utilizzo delle soluzioni acustiche), a denotare una conoscenza della materia da primo della classe da parte di Kuismin.
Funereal Folds è la seconda delle due lunghe tracce che vanno a comporre questa mezz’ora di funeral doom ai suoi massimi livelli: anche qui le splendide progressioni ammantate di pathos si alternano a passaggi più rarefatti o a repentine aperture melodiche, poste quasi a simboleggiare un’effimera quanto illusoria attenuazione del dolore che pervade l’intero lavoro.
Undercurrents è nutrimento fondamentale per chi nella musica cerca emozioni durature e non canzoncine da fischiettare sotto la doccia …

Tracklist
1. Plains of Lethe
2. Funereal Folds

Line-up:
Eppu Kuismin – Guitars, Vocals
Panu Raatikainen – Guitars, Bass
Ville Raittila – Drums

ARCHE – Facebook

https://vimeo.com/131759482

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