iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Amederia – Unheard Prayer

Una delle migliori espressioni di gothic doom dell'anno.

Amederia – Unheard Prayer

La “new sensation” del gothic doom sono senz’altro i russi Amederia … o almeno così dovrebbe funzionare se, per una volta, i soloni che trattano di musica smetteranno di guardare con sufficienza ad una scena ex-sovietica che, piaccia o meno, ha ormai invaso il mercato con un numero di uscite elevato sia dal punto di vista numerico sia dal punto di vista della qualità media esibita.

Tra queste, appunto, va collocato di diritto Unheard Prayer, che ci riporta piacevolmente alle atmosfere dei primi e migliori Draconian, quelli ancora scevri da tentazioni di carattere commerciale.
Il combo del Tatarstan inanella una serie di brani dall’impatto emotivo spaventoso, che vengono sorretti da un’interpretazione vocale priva di sbavature da parte dei magnifici Damir Galeev e Gulnaz Bagirova, l’uno con un growl cavernoso ma intelligibile ed una voce pulita evocativa il giusto, l’altra a limitare all’essenziale le intonazioni liriche a favore, invece, di una timbrica cristallina perfetta per le drammatiche partiture messe in scena da questi ottimi musicisti.
Il disco è una sequenza di brani magnifici, capaci di indurre alle lacrime fin dalle struggenti Who We Are e Loneliness in Heaven e, dopo un overdose di emozioni, arrivano prima Forbidden Love e poi Together a dare un ulteriore colpo ad un equilibrio emotivo già sufficientemente provato, in virtù di linee melodiche indimenticabili .
In queste tracce si avverte in maniera sensibile una certa contiguità stilistica anche con gli svedesi When Nothing Remains, in particolare nelle parti melodiche anche se la voce di Gulnaz contribuisce a differenziarne opportunamente il sound.
Quella che a mio avviso, però, resta la perla ineguagliata dell’album è The Dance Of Two Swans, traccia interpretata all’unisono dalle due voci sopra un tappeto pianistico, un crescendo passionale che sfocia in un finale segnato da un malinconico lavoro chitarristico degno dei Saturnus più ispirati.
Un lavoro pressoché perfetto, nel quale un brano “solo” bello quale Angel’s Fall sfigura quasi nel suo essere compresso tra episodi di livello ben superiore; da fare proprio a scatola chiusa per chi ha apprezzato, oltre alle band già citate, anche l’ultimo splendido album dei Doom:Vs. del “draconiano” Johan Ericson.

Tracklist:
1. Eden
2. Who We Are
3. Loneliness in Heaven
4. The Dance of Two Swans
5. Forbidden Love
6. Angel’s Fall
7. Together
8. Sunset

Line-up:
Andrey Dolgih – Bass
Ilnur Gafarov – Drums
Konstantin Dolgin – Keyboards
Damir “Venom” Galeev – Vocals
Danila Pereladov – Guitars
Andrey Gorodnichuk – Guitars
Gulnaz “Flower” Bagirova – Vocals

AMEDERIA – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.