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Recensione : Albano Eroina C’eravamo tanto armati

Albano Eroina C’eravamo tanto armati: riff campionati e ritmi ossessivi. È rock ma è anche elettronica.

Albano Eroina C’eravamo tanto armati

Riff campionati e ritmi ossessivi. È rock ma è anche elettronica. È un po’ come ca*zo gli pare. Tracce che durano meno di un minuto e trenta affinché i suoni ossessionanti non divengano un’ossessione, perché a buon intenditore poche parole… Una pizza in faccia, grottesca, rumorosa e sfacciata.

Questa è la musica degli Albano Eroina, duo milanese composto da Mu e Moro, ex-Less Than Zero, gruppo harsh-noise-core degli anni novanta. 

Sono molteplici gli argomenti esposti nelle ben quindici tracce del loro secondo disco “C’eravamo tanto armati” ed ognuno di essi meriterebbe un trattato socio-politico. Potendo elencarne solo alcuni, si ritrovano: Gente che si vanta di essere una carie sociale, per cui è facile pensare a determinati personaggi rivestiti di cariche importanti.

Dubbi su Dio e sopratutto sull’utilità del clero. Nostalgia della lotta di classe. Patate ogm. Leghisti che si arrogano il diritto allo sparo. Il pensiero letargico pseudo-intellettuale di quella che dovrebbe essere la parte più brillante tra le nuove generazioni espresso in un testo che, per la sua brevità, si propone interamente di seguito:

“È andato tutto in vac da quando i fiori di Bach

han preso il posto del crack

da che si va ai concerti senza broda

da che si va ai concerti e non si poga

da che è diventato così di voga lo yoga”

Al primo ascolto ridi, al secondo ti fermi a pensare… Ecco spiegata la brevità dei pezzi. Così l’album lo si ascolta due volte di seguito.

Grazie Albano. E grazie anche a te Eroina.

 

Albano Eroina C’eravamo tanto armati

Albano Eroina “Quattordici grezzi brevi pezzi Punk “, 2023

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